(Adnkronos) - Anche negli altri paesi europei è forte l'interesse verso i prodotti Sharia compliant, in particolare in Francia e in Germania, dove però il sistema non è ancora molto sviluppato. Lo sviluppo della finanza islamica, spiegano gli esperti, è visto come una chiave per lo sviluppo del paese, soprattutto in un periodo di crisi economica. Il focus sugli aspetti etici, tipico della finanza islamica la rendono attraente e interessanti agli occhi dei paesi occidentali. L'Italia sotto questo punto di vista rimane un po' indietro: l'interesse è crescente a livello accademico ma si rimane sul piano delle discussione e non si passa allo sviluppo del mercato. Le motivazioni sono varie, secondo i relatori intervenuti al dibattito, ma una delle principali è che la comunità musulmana presente nel nostro paese, seppur pari a 1,5 milioni di persone, è una comunità con poco potere di accesso al settore bancario. Per investire nella finanza islamica serve gente ricca e concentrata sul settore del private banking, che quindi ha assets da investire, ma questa non è la situazione che abbiamo in Italia, dove la comunità musulmana non è abituata a lavorare sugli aspetti finanziari, al contrario per esempio di alcuni paesi come gli Emirati Arabi Uniti. Secondo gli esperti l'offerta di prodotti finanziari islamici è ostacolata da problemi normativi, di contabilizzazione degli asset, di compliance con la Sharia e da problemi fiscali. Sono tre i principali aspetti che rappresentano un freno per lo sviluppo della finanza islamica nel nostro continente. Il primo è nel campo della politica monetaria ed è connesso al fatto che la struttura dell'Eurosistema si basa su strumenti finanziari fondati sul tasso di interesse. Il secondo, spiegano, è che le banche europee hanno l'obbligo di garantire uno schema di assicurazione dei depositi, mentre la giurisprudenza islamica non lo permette. (segue)




