La bozza

Immigrazione, "intesa totale Meloni-Tusla": ecco il nuovo regolamento

Ordine di rimpatri europeo comune a tutti i 27 paesi membri dell'Unione europea a un "divieto di ingresso" per gli immigrati irregolari che non collaborano al rimpatrio. Da Bruxelles stanno emergendo i primi dettagli della bozza del nuovo regolamento comunitario contro l'immigrazione clandestina, plasmato sul modello delle politiche di Giorgia Meloni. E a conferma di questo, anche l'annuncio della "massima intesa" tra Italia e Polonia.

Il nuovo regolamento Ue in materia di immigrazione vedrà proprio nell'"Ordine di rimpatri europeo" il terreno comune per portare chiarezza su una materia troppo frastagliata. Il piano si dovrebbe articolare in 52 articoli che diverrebbero direttamente e obbligatoriamente applicabili dai singoli paesi membri. Secondo quanto riferisce l'agenzia Ansa, è proprio l'introduzione al regolamento a sottolineare come "l'attuale mosaico di 27 diversi sistemi nazionali di rimpatrio, ciascuno con il proprio approccio e le proprie procedure, compromette l'efficacia dei rimpatri a livello Ue".

 

 

 

"Quando persone che non hanno il diritto di rimanere nell'Ue rimangono, l'intero sistema di migrazione e asilo viene minato - si legge nella bozza -. È ingiusto nei confronti di coloro che hanno rispettato le regole, compromette la capacità dell'Europa di attrarre e trattenere i talenti e, in ultima analisi, erode il sostegno dell'opinione pubblica a favore di società aperte e tolleranti. Incentiva gli arrivi illegali ed espone i clandestini a condizioni precarie e allo sfruttamento da parte delle reti criminali". Un testo che recepisce anche a livello mediatico, insomma, tutte le parole chiave imposte dal governo di centrodestra italiano.

C'è troppo margine di discrezionalità per le legislazioni nazionali, si sottolinea. Leggi poco chiare che lasciano spazio alla libera interpretazione anche all'autorità giudiziaria, come evidente nel caso italiano in cui da mesi i Tribunali si schierano contro le leggi del governo sull'immigrazione, appellandosi proprio al parere delle istituzioni europee. 

"Gli Stati membri - sottolinea ancora la bozza - hanno difficoltà a tenere traccia dei cittadini di Paesi terzi durante le diverse fasi delle procedure di rimpatrio, il che rallenta o impedisce i progressi". Da qui l'intervento della Commissione Ue, che sottolinea come il nuovo regolamento rispetti "i diritti fondamentali e osserva i principi riconosciuti, in particolare, dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, nonché gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, in particolare dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, dal Patto internazionale per i diritti civili e politici, dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia". Di fatto, una risposta diretta anche alle obiezioni sollevate dalla magistratura italiana.

Tra i punti dirimenti della bozza, ci sarebbe l'articolo 10 che prevede l'istituzione del "divieto d'ingresso" nel territorio dell'Ue alla persona che "non collabora con il processo volontario" di rimpatrio o che non lascia lo Stato membro "entro la data indicata" oppure si sposta in un altro Stato membro "senza autorizzazione". Un divieto che scatterebbe anche in base all'articolo 16, quello che riguarda chi pone "un rischio alla sicurezza" dei Paesi Ue.

A sostenere la battaglia italiana c'è anche la Polonia. Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha incontrato oggi a Varsavia l'omologo polacco Tomasz Siemionak e la convergenza è totale: "Italia e Polonia, grazie ai loro governi particolarmente stabili nel contesto europeo, e al fatto che geograficamente rappresentano le frontiere più calde dell'Unione Europea sono i due Paesi che possono indicare la rotta all'Europa sul tema cruciale della gestione delle migrazioni", ha dichiarato Piantedosi al termine dell'incontro bilaterale.

 

 

 

"Italia e Polonia, ma possiamo dire anche Meloni e Tusk, in un quadro di rapporti bilaterali eccellenti, hanno posizioni molto vicine sul tema della sicurezza. Ricordo che Varsavia ha sostenuto la posizione dell'Italia sui centri in Albania. Oggi sono qui su invito del mio collega Semionak per siglare una serie di accordi che miglioreranno i nostri sistemi di sicurezza grazie a reciproci scambi di dati. Abbiamo parlato anche a lungo della guerra ibrida che ha subito la Polonia al confine con la Bielorussia attraverso migliaia di migranti illegali spinti ad attraversare il confine, un tipo di strumentalizzazione della migrazione che si verifica anche nel Mediterraneo", ha aggiunto Piantedosi.

Tanta la soddisfazione da parte di Fratelli d'Italia. "La revisione del regolamento sui rimpatri consente la razionalizzazione di un sistema che fino a oggi ha causato difformità nei processi di allontanamento dell'immigrato clandestino. Finalmente gli Stati membri dell'Ue parleranno una sola lingua, quella della difesa dei confini europei e del riconoscimento dei diritti a chi ne ha davvero bisogno. Si apre dunque un nuovo capitolo grazie alla capacità persuasiva del presidente Meloni. Una conquista che fino a pochi anni fa sembrava impossibile tale era l'ostinazione della sinistra che governava a tutti i livelli creando un sistema che, ben lontano dalla vera solidarietà, foraggiava il traffico degli esseri umani e il business dell'accoglienza, consegnando gli immigrati a un destino di indigenza, lavoro nero e sfruttamento dalla criminalità", ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli, di FdI.

E ancora, a fargli eco Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia: "Da un lato, una parte della magistratura italiana che, con sentenze assurde, prova a smontare il lavoro del Governo per difendere i confini; dall'altro un'Europa che finalmente inizia a capire che l'immigrazione clandestina va fermata con strumenti concreti". Dello stesso parere l'eurodeputato Alessandro Ciriani: "Le anticipazioni sul nuovo Regolamento RIMPATRI UE segnano un passo avanti verso una gestione più efficace dell'immigrazione irregolare. È positivo che si punti a regole più chiare e uniformi tra gli Stati membri. Ora attendiamo di vedere il testo definitivo e le modalità concrete di applicazione".