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Giorgia Meloni, spese militari fuori dal Patto: "Un primo passo, ora altre soluzioni"
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Giornata di incontri e di lavoro a Palazzo Chigi: Giorgia Meloni ha ricevuto il primo ministro svedese Ulf Kristersson. Al termine del faccia a faccia, il premier si è detta soddisfatta per la decisione annunciata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di escludere le spese per la difesa dal patto di stabilità. Il tutto, ovviamente, nel nuovo contesto determinato dalle posizioni degli Usa di Donald Trump su Ucraina e Nato. E, soprattutto, in un contesto in cui l'Europa, in una prospettiva di medio termine, non può più escludere scenari bellici. Un'esclusione, quella delle spese militari, sempre caldeggiata dal governo italiano.
"È un primo passo a cui ne dovranno seguire altri", ha sottolineato Meloni, evidenziando come oggi "il concetto di minaccia e di sicurezza è un concetto molto più esteso di quanto non lo fosse in passato" e sottolineando la necessità di "spendere di più, ma anche riuscire a incrementare gli investimenti". Secondo la leader di FdI, l'esclusione delle spese militari dal patto di stabilità rappresenta un segnale importante, ma dovrà essere accompagnata da ulteriori misure. "Devono seguire altre soluzioni", ha ribadito, aggiungendo che "l'Europa deve avere il coraggio di lavorare in maniera concreta per consolidare quel pilastro europeo dell'alleanza atlantica del quale si parla da molto tempo e che deve affiancarsi al pilastro nordamericano".
L’obiettivo principale, secondo Meloni, deve essere quello di rafforzare la "complementarità strategica", in quanto la Nato, soprattutto dopo l’adesione di Svezia e Finlandia, continua a rappresentare "la pietra angolare della nostra sicurezza". In questo contesto, ha sottolineato, l’alleanza atlantica deve adottare "un approccio che sia il più possibile a 360 gradi".
Nel dettaglio, Giorgia Meloni ha rimarcato quello che ritiene essere il ruolo cruciale della Nato nella gestione della sicurezza dell’Ucraina, mettendo in luce come le garanzie a Kiev devono "essere realizzate nel contesto dell'alleanza atlantica, perché penso che questa sia la cornice migliore per garantire una pace che non sia né fragile né temporanea". Una pace stabile, sotto l’ombrello della Nato, può infatti evitare che l’Europa "possa ripiombare presto nel dramma della guerra", mentre altre ipotesi, ha concluso, risultano "più complesse e francamente meno efficaci", ha concluso Giorgia Meloni.
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