Con che faccia...
Bas Eickhout, il big dei verdi Ue: "Timmermans? Nessuna lobby, è normale democrazia"
Che il Parlamento e la Commissione europea avessero una visione un po' particolare della democrazia, tra accordi tra Paesi e inciuci dopo le elezioni, "modello Ursula" e simili, burocrazia e cavilli prima dell'azione, era un sospetto che aleggiava da anni. Ma ora ci pensa Bas Eickhout, presidente del gruppo parlamentare dei Verdi/Alleanza Libera Europea, a sgombrare il campo da qualsiasi dubbio.
"Nessuna lobby green", spiega al Foglio il big dei verdi riguardo allo scandalo sollevato dal quotidiano olandese Der Telegraaf, "ma solo il normale svolgimento della vita democratica, dove tutte le voci, sia potenti che meno, devono essere ascoltate". Peccato che in ballo, secondo l'inchiesta, ci siano fondi non dichiarati per condizionare il dibattito pubblico sul Green deal, il piano eco-talebano dell'ex commissario Ue Frans Timmermans. Che non a caso, annusato il guaio, ha già chiarito di non c'entrare niente e non aver firmato nulla.
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Nella giungla delle lobby, spiega il politico ambientalista che è pure alleato di Timmermans nel governo olandese, i gruppi più vulnerabili, e chi rappresenta gli interessi della natura stessa, spesso non ce la fa a difendersi da solo dai giganti dell'industria, ed ecco perché "i governi e le istituzioni devono garantire che queste voci siano rappresentate".
Un portavoce della Commissione ha confermato la stessa linea difensiva, sottolineando come "non c'è alcun problema dell'assegnazione di fondi Ue da parte della Commissione alle Ong idonee, è sempre stato così, più o meno, ed è qualcosa che cerchiamo di continuare". Salvo poi annunciare l'intenzione di "analizzare il modo in cui questi fondi sono assegnati" per evitare che i fondi Ue "siano poi utilizzati per fare pressioni su alcuni membri dello staff della Commissione europea o membri del Parlamento europeo in modo estremamente mirato". Insomma, almeno in termini di trasparenza qualcosa non va. Ma non per Eickhout: "Tutto questo sforzo è l'ennesimo attacco della destra e dell'estrema destra del Parlamento europeo non solo al Green Deal, ma alle stesse Ong".
"Mettendo in dubbio il lavoro delle Ong ambientaliste, si mira sì a indebolire l'ambizione nelle leggi verdi dell'Ue, proteggendo gli interessi acquisiti delle grandi aziende che dipendono da un'economia basata sui combustibili fossili, ma anche a silenziare le voci di chi si oppone", attacca il verde olandese ignorando come perlomeno negli ultimi 5 anni a essere sistematicamente silenziate a livello politico in Europa siano state proprio le voci che avrebbero voluto una transizione energetica più ragionevole e morbida.