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"No ai simboli comunisti e nazisti": clamoroso, come vota Ilaria Salis in Parlamento

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La sinistra italiana non riesce a fare pace con il suo passato. Al Parlamento europeo, durante la votazione di una risoluzione che conteneva anche il divieto di utilizzare tanto i simboli nazisti quanto quelli comunisti, il Partito democratico è scappato dall'Aula. La risoluzione è passata ad amplissima maggioranza, 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni. Ma fra gli astenuti ci sono gli eurodeputati Pd; fra i contrari gli eurodeputati del Movimento Cinque Stelle e della Sinistra, fra i quali Ilaria Salis di Alleanza Verdi e Sinistra e Cristina Guarda dei Verdi.

"Sì alla condanna di Putin e alla lotta contro la disinformazione, ma no a iniziative strumentali che vogliono riscrivere la storia nei parlamenti a colpi di maggioranze", ha dichiarato l'ex segretario del Pd - oggi eurodeputato - Nicola Zingaretti. Stando a quanto si apprende, a risultare indigeribile è stato il passaggio che "deplora l’uso continuato di simboli di regimi totalitari negli spazi pubblici e chiede un divieto a livello Ue dell’uso dei simboli sia nazisti che comunisti sovietici, nonché dei simboli dell’aggressione in corso da parte della Russia contro l’Ucraina".

 

 

Ma c'è un precedente clamoroso. Già a settembre 2019, il Parlamento europeo aveva votato un'altra risoluzione che equiparava nazismo e comunismo. In quell'occasione gli eurodeputati del Pd votarono a favore, considerando l'intero testo della risoluzione. Ma anche in quel caso le polemiche divamparono dalle parti del Nazareno.

 

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