A Strasburgo
Ursula Von der Leyen, Commissione Ue approvata ma perde voti: un grosso caso politico
La nuova Commissione di Ursula Von der Leyen ha ottenuto la fiducia del Parlamento europeo, nella plenaria oggi a Strasburgo, con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astensioni. Al voto sulla riconferma di Von der Leyen per il suo secondo mandato, i favorevoli erano stati 401. La percentuale più bassa da quando l'Europarlamento si pronuncia sulla Commissione.
Segno che hanno lasciato il segno anche a livello pratico le polemiche per la composizione della squadra dei commissari, con i veti incrociati dei popolari spagnoli sulla socialista Teresa Ribera e del gruppo dei Socialisti & Democratici contro l'italiano Raffaele Fitto, la cui nomina è stata letta anche dal Pd come una apertura a Fratelli d'Italia e ai conservatori di ECR. I voti mancanti a Ursula, insomma, andranno ricercati proprio tra i socialisti, con ogni probabilità.
Il voto su Ursula ha spaccato anche i partiti italiani e le coalizioni. "Pensando agli imprenditori, agli agricoltori e ai giovani, con onestà e tanta coerenza, la Lega ribadisce il suo no alla Commissione di Ursula Von der Leyen", ha dichiarato Paolo Borchia, capo-delegazione della Lega al Parlamento europeo (gruppo dei Patrioti per l'Europa), durante la sessione plenaria. "Io penso che chi vota questa Commissione si accontenti di un'Europa ridimensionata a livello internazionale, che abdica il suo ruolo agli Stati Uniti e alla Cina. Tranne poche lodevoli eccezioni - faccio un in bocca al lupo ai commissari Fitto, Várhelyi, Zaharieva - mi spiace dire che troppi commissari sono stati nominati non per merito, ma per compiacere la voglia di comandare di partiti, partitini, gruppi politici", continua Borchia, accusando i suddetti di voler "apparire come attori piuttosto che trovare i profili migliori per il futuro di questa Europa".
Sulla vicepresidenza a Fitto, ha spiegato invece Nicola Procaccini, meloniano e co-presidente del gruppo dei Conservatori, "devo riconoscere a Ursula Von der Leyen di aver resistito con dignità e coraggio alle pressioni delle sinistre". Viceversa, il Pd attacca la presidente. Mentre l'eurodeputato indipendente Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire, ha apertamente dichiarato il suo voto "no" ("È stata una decisione sofferta, ma necessaria. Non ho nulla contro le persone dei singoli commissari, nemmeno nei confronti di Raffaele Fitto, esponente di Fdi indicato dal governo italiano. Tanto meno sono contro il dialogo tra tutte le forze politiche, credo anzi profondamente nella forza del confronto. Ma questa Commissione presenta ambiguità che non posso ignorare, soprattutto per quanto riguarda l'apertura strutturale ai conservatori sovranisti di Ecr, partito europeo guidato da Meloni".
Più "imbarazzate" le parole di Nicola Zingaretti, capo-delegazione dem a Strasburgo: "Dobbiamo unirci per politiche comuni più forti sul lavoro, sulla competitività e sull'innovazione dell'industria, sulla ricerca tecnologica, sulla formazione di risorse umane adeguate, sulla transizione ecologica e digitale, su nuovi modelli di welfare e per la salute utili a proteggere le persone. Dobbiamo unirci intorno a coraggiose riforme che ci rendano un attore globale con una politica estera e di sicurezza comune in difesa della pace, rilancino le cooperazioni rafforzate, ridiscutano il criterio dell'unanimità, disegnino politiche fiscali comuni per portare giustizia dove giustizia non c'è più. Presidente Von der Leyen, con tutto rispetto, noi a luglio abbiamo votato il suo programma per questi motivi. Se ha cambiato idea e cerca altre strade sarebbe corretto dirlo senza furbizie o giri di parole perché, ora, quel programma va attuato con i fatti". "I nazionalisti - ha concluso l'ex segretario del Pd - non hanno un'idea diversa di Europa: non vogliono l'Europa unita e, anzi, nel mondo si alleano con i nemici dell'Europa. Oggi voteremo sì perché l'Europa per esistere deve partire. Non faremo regali a Donald Trump o a Vladimir Putin. Ma da ora nessuno sconto. Vigileremo per il rispetto del programma e, ogni giorno in ogni spazio parlamentare, combatteremo per far avanzare il progetto di un nuovo europeismo. Sapendo, per dirla con Altiero Spinelli, che 'la via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà'. Per questo voteremo si, con questa chiarezza verso un'Europa più forte e più umana".