Maggioranza a pezzi

Teresa Ribera, il vero problema per la Commissione Ue è lei: Pd complice della faida socialista

Il problema, ormai è chiaro, non è Raffaele Fitto. E questo rende ancora più disastrosa la figura del Pd, che per ragioni di scuderia "socialista" sta appoggiando i compagni spagnoli, intenti a fare muro per salvare soprattutto faccia e governo di Pedro Sanchez.

La faida tra Strasburgo e Bruxelles sulle nomine della Commissione Ue, che ha fatto tremare per giorno la presidente Ursula Von der Leyen facendo paventare una rottura talmente clamorosa nella sua maggioranza da ipotizzare addirittura un ritorno alle urne dopo le elezioni europee dello scorso giugno, sembra agli sgoccioli. La fumata bianca sulla squadra sta per arrivare, ma restano i grossi problemi politici di fondo e gli attriti tra il Ppe da un lato e Socialisti e democratici dall'altro, decisamente ai ferri corti.

Il no alla vicepresidenza esecutiva del ministro italiano si lega infatti alla partita vera, che è quella per la spagnola Teresa Ribera, vicepremier socialista designata per la Transizione pulita, giusta e competitiva. Deleghe pesanti sui cui grava però la macchia dell'alluvione di Valencia, con oltre 200 morti che il Partito popolare spagnolo addebita anche a lei e al governo in carica. 

 

Parlando all'Europarlamento, la Ribera ha svicolato davanti alle domande dirette sulla gestione dell'emergenza, ma il Ppe non molla e appoggia la battaglia della componente spagnola, sottolineando che in ogni caso dovrebbe essere "pronta a dimettersi a seguito di una richiesta del sistema giudiziario spagnolo". "Una valutazione completa della sua apparizione al Parlamento spagnolo avrà luogo più tardi oggi e verrà presa in considerazione quando i gruppi politici al Parlamento europeo decideranno sulle valutazioni in sospeso dei candidati alla Commissione europea", aggiunge il gruppo.

Certo, restano le barricate della delegazione francese di S&D di fronte all'accordo complessivo e per i timori di uno slittamento a destra della Commissione. Non è un caso che proprio i socialisti transalpini siano stati i più avvelenati nel dire no a Fitto, finito nel tritacarne solo per la colpa di essere il rappresentante italiano di un governo di centrodestra e di un partito, Fratelli d'Italia, che con il gruppo ECR non ha espresso l'appoggio alla Von der Leyen.

 

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