Il rapporto dell'ex premier

Ue, ci voleva Draghi per far scoprire alla sinistra il fallimento dell'Europa

Corrado Ocone

Ma non ci avevate detto che l’Unione Europea era un esempio straordinario di alta politica e sapienza istituzionale? Non ci avevate ripreso ogni volta che facevamo qualche critica, costruttiva per carità, alle istituzioni di Bruxelles, subito etichettandoci, per di più senza diritto di replica, come “sporchi e cattivi” populisti o sovranisti? Chi se non l’Unione, ci ricordavate, ci ha garantito settant’anni di pace, dimenticandovi però di un “piccolo” particolare: il ruolo svolto dall’ombrello atomico americano? E quante volte, a noi che li contestavamo in nome della libertà e dell’innovazione, ci avete detto che i regolamenti sulla protezione dei dati e quelli sull’Intelligenza Artificiale messi a punto a Bruxelles erano i più avanzati al mondo e che presto sarebbero diventati un modello per tutti? E non dicevate pure che, grazie alle politiche europee, in men che non si dica e a tappe forzate, saremmo piombati nel meraviglioso “mondo nuovo” digitale e sostenibile, green e felice? Ora scopriamo, dagli stessi giornali e dagli stessi politici che ci avevano azzittito, che le magnifiche e progressive sorti dell’Europa non erano poi tali. Che, anzi, il vecchio continente è in agonia (Repubblica), che senza cambi radicali l’Unione Europea morirà (Domani), che siamo alla “sfida finale” e che presto potremmo affondare economicamente perdendo la nostra prosperità (Avvenire). “Contrordine, compagni!”, si sarebbe detto un tempo. Cosa è successo? (...)

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