Sotto a chi tocca
Ue, premiato il grillino Tridico: Bruxelles premia chi ha perso alle elezioni
No, l’Unione Europea non è una democrazia, nei 27 Stati che la compongono la sovranità non appartiene al popolo bensì ai burocrati, ai funzionari, agli eletti che se ne fregano di ciò che il popolo ha votato e creano muri contro coloro che, seppur eletti a loro volta, credono non degni di rappresentare lo stesso popolo. Le nomine dei presidenti delle commissioni e delle sottocommissioni dell’Europarlamento, i cosiddetti “parlamentini”, ne sono una riprova, una testimonianza lampante.
Tutto è andato come previsto, il cosiddetto “cordone sanitario”, così la chiamano l’esclusione a prescindere dei diritti di una parte dell’emiciclo, quella di destra, ha funzionato. I presidenti delle 20 commissioni parlamentari e 4 sottocommissioni, nonché dei 96 vicepresidenti sono andati in buona parte al centro, alla sinistra, ai verdi, sono stati premiati gruppi e partiti che hanno perso malamente alle ultime elezioni, mentre quelli che le hanno vinte sono stati, puniti e messi da parte. Ai Patrioti per l’Europa, il gruppo della Lega e della Le Pen che ha stravinto le elezioni nel suo Paese, non sono andate neanche le briciole. Ai Conservatori e Riformisti della Meloni sono andate poco più che quelle, anche se in questo caso bisognerà aspettare la trattativa più importante, quella che riguarda la Commissione vera e propria, per trarre delle conclusioni sensate.
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NOMINE ITALIANE
Passiamo dunque agli italiani che sono in tutto 14, ma solo a due sono state affidate presidenze. Qualcuno che non è avvezzo alle ripicche di palazzo e ai do ut des del potere potrebbe illudersi che almeno una di queste presidenze sia andata a Fratelli d'Italia, il partito che ha stravinto in Italia, o comunque al governo di quella che fino a prova contraria è la terza nazione dell’Unione Europea. E invece no, si tratta dell’ex sindaco di Bari in quota al Pd Antonio Decaro, scelto come nuovo presidente della commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare (Envi), e dell’ex-presidente dell’Inps Stelle, Pasquale Tridico, a cui è andata la presidenza della sottocommissione Questioni Fiscali (Fisc) che milita nel M5S. Quest’ultimo è il partito che è passato dal 17% delle scorse europee a neanche il 10% di quelle del giugno scorso e per tale motivo è stato misteriosamente premiato con un presidente di commissione parlamentare.
Qualcuno l’ha definita la prima vendetta della maggioranza Ursula contro la Meloni che alla fine si deve accontentare di sei vicepresidenze, in particolare quella alla Commissione Industria (Itre) affidata a Elena Donazzan, quella agli Affari Esteri (Afet) andata a Alberico Gambino, quella alla Commissione Giuridica (Juri) a Mario Mantovani, alla Commissione Pesca affidata a Giuseppe Milazzo, la Commissione Regioni a Francesco Ventola e Commissione Ambiente a Pietro Fiocchi.
Altri ben informati sostengono in realtà che anche questo era previsto. In base ad accordi interni all'Ecr sembra che Fratelli d’Italia abbia deciso di cedere le presidenze a cechi, polacchi e belgi, ma sempre per quel tale non avvezzo alle questioni di palazzo quello applicato ai “parlamentini” sembra più che altro una sorta di “cordone sanitario” soft, che non esclude Fratelli d’Italia come la Lega o Rassemblement National, ma la relega a un ruolo subalterno. E così facendo punisce il governo del nostro Paese per la gioia masochista dell’opposizione. Anche Forza Italia infatti si deve accontentare di una piccola vicepresidenza, quella della Commissione Contabilità (Cont) affidata a Caterina Chinnici. Al contrario, sono stati premiati i Verdi che hanno sostenuto la maggioranza Ursula in Parlamento. A poco è servito il veto di FI dato che al gruppo ecologista sono state affidate tre presidenze: Mercato Interno, Cultura e Istruzione e Diritti Umani.
Il governo italiano verrà risarcito con una o due Commissioni di quelle che contano? Forza Italia sicuramente, per Fratelli d’Italia bisognerà attendere che Ursula Von der Leyen torni dalle vacanze e che cominci a lavorarci. Oltre alle vicepresidenze tuttavia Fratelli d’Italia può vantare l’elezione di uno dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, Antonella Sberna, avvenuta al secondo turno.
Per onor di cronaca le altre vicepresidenze italiane sono andate al Pd e una addirittura ad Europa Verde. Si tratta di Giorgio Gori, eletto vicepresidente della Commissione Industria (Itre), Giuseppe Lupo a cui è andata la vicepresidenza della Commissione Bilanci (Budg), Matteo Ricci alla Commissione Trasporti (Tran), Alessandro Zan a quella delle Libertà Civili (Libe), nonché alla verde Cristina Guarda alla quale è stata affidata la vicepresidenza della Commissione Petizioni (Peti).