Un bel tacer...

Ilaria Salis, papà Roberto nel mirino: "Per gli affitti basta un bonifico"

Andrea Muzzolon

«Per alcune cose basta una carta di credito altre sono impagabili!», parola dell’influencer Roberto Salis. Peccato che la sua carriera sui social sembri già in declino: fra ironia e insulti, scorrendo i commenti del post in cui celebra il primo giorno a Strasburgo della figlia, si può assistere a un bagno di sangue. Se è cosa nota che i due non raccolgano la simpatia di tanti, possiamo dire che anche il buon Roberto non si aiuta. Il riferimento alla carta di credito è un assist troppo ghiotto che in molti hanno sfruttato: «Che vi sia una attitudine a non pagare non c’è dubbio». Game, set, match.

C’è poi chi fa notare ai Salis che il bancomat non è l’unico metodo di pagamento disponibile: «Per altre cose, tipo gli affitti, basta un bonifico». Dato che Ilaria continua a non voler pagare per la casa occupata a Milano, vedendola seduta a Bruxelles c’è chi si interroga sulla possibile recidiva dell’eurodeputata: «Speriamo che almeno sia la sua sedia». L’unica cosa sicura è che, grazie all’elezione, per l’onorevole le cose impagabili saranno poche: «18000 euro al mese li definisci non pagabili? Certo, li paghiamo noi».

È poi un dettaglio che, come scritto da Libero, si sarebbe potuta pagare un alloggio anche senza l’obolo europeo. Ma tant’è. Mentre il papà è costretto a destreggiarsi fra gli sberleffi, anche Ilaria è sbarcata su X. Nel suo primo post ha evocato la detenzione in Ungheria, elevandosi a rappresentante degli antifa. Nei commenti fioccano già le richieste di atti concreti: «Ilaria mi sono chiuso fuori casa, mi puoi dare una mano a entrare, per favore?». Ironia a parte, c’è chi non ha preso bene la sua presenza in aula. Sui social, riportando un articolo di About Hungary, il portavoce del governo Orban, Zoltan Kovacs, ha scritto: «Conoscete Ilaria Salis, l'anarchica che è sfuggita alla giustizia diventando una parlamentare europea. È tempo di ripercorrere i fatti che hanno portato alla detenzione di Salis in Ungheria».