Chi sceglie chi
Ue, pronti a tutto contro i Patrioti: un gioco sporco sulle poltrone
Dopo la nascita del nuovo gruppo europeo "Patrioti per l'Europa" (PfE), è stata ultimata la possibile spartizione delle commissioni parlamentari. Anche se è ancora provvisoria. Infatti, si dovrà attendere la giornata di giovedì 11 luglio per la versione definitiva, subito dopo la fine della conferenza dei presidenti dei gruppi. E, come riporta il Corriere, molto dipenderà dalla attivazione o meno del cosiddetto "cordone sanitario" nei confronti proprio dei Patrioti. Oltre che di una parte di Ecr. Nella scorsa legislatura la stessa barricata era stata eretta anche per Identità e democrazia e, nella prima metà del mandato, aveva colpito anche Ecr. Insomma, si erano tenuti tutto loro, i "buoni".
Le commissioni sono 24. E i ruoli saranno ripartiti così: sette presidenti andranno ai Popolari, cinque ai Socialisti, tre ai Liberali, tre ai Conservatori dell'Ecr, due ai Verdi e due alla Sinistra. Ai Patrioti dell'Europa andranno solo due presidenti, anche se sono de facto la terza forza politica. Lo schema prevede anche la suddivisione a scalare del primo vicepresidente, del secondo, del terzo e del quarto. Tra i primi vicepresidenti, 11 sono attribuiti al Ppe, 5 ai Verdi, 3 a S&D, 2 a Renew e all'Ecr, 1 ai PfE.
I posti di vertice nelle commissioni sono suddivisi sulla base del metodo d'Hondt. Si tratta di un calcolo matematico usato in alcuni sistemi elettorali proporzionali per attribuire seggi e incarichi. Ma non c'è alcun automatismo: per ogni posto di vertice è prevista un'elezione all'interno della commissione interessata. Perciò, se i gruppi trovano un accordo per non sostenere un candidato, questo non passa. Anche se è della famiglia a cui in teoria dovrebbe andare la presidenza o la vicepresidenza. Questo è in sintesi il "cordone sanitario".
Nel 2019 è successo il contrario. Nel 2019 l'ex europarlamentare del M5S Fabio Massimo Castaldo riuscì a farsi eleggere vicepresidente del Parlamento europeo (uno dei 14 vice di David Sassoli), nonostante i Pentastellati non avessero un gruppo, mentre nessun candidato dell'Ecr divenne vicepresidente. L'operazione non gli riuscì più a metà mandato, quando Castaldo non fu riconfermato mentre l'Ecr riuscì a far eleggere il lettone Roberts Zile rompendo il "cordone sanitario", complice il sostegno del Ppe.