La cena decisiva

Dritto e rovescio, Salvini accusa: "Nomine Ue, in corso un colpo di Stato"

I lavori del Consiglio europeo, secondo quanto si apprende, proseguono sulle conclusioni. Nel corso del pomeriggio i leader hanno affrontato le questioni seguenti: Ucraina, Medio Oriente e Sicurezza e Difesa. E' iniziata adesso la cena di lavoro sull'agenda strategica. In questa occasione verrà affrontato il tema delle nomine. Tra i temi delle conclusioni non ancora trattati, la competitività, e altre questioni tra cui migrazione, Moldavia, Montenegro e Georgia e il lavoro futuro sulle riforme. Ma è la questione "top jobs" a tenere banco in queste ore.

"Quello che sta accadendo in queste ore", che accadrà "fra stasera e domani, puzza di colpo di Stato" perché "milioni di europei hanno votato e hanno chiesto di cambiare l'Europa da tutti i punti di vista, ma i partiti che hanno perso voti ripropongono le stesse facce" per la nuova Commissione europea, è la dura accusa di Matteo Salvini, ospite di Paolo Del Debbio a Dritto e rovescio, su Rete 4. 

 

 

 

Il leader della Lega, nonché vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, fa riferimento all'accordo raggiunto tra Ppe, Pse e Renew sul bis di Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione, con il socialista portoghese Antonio Costa alla presidenza del Consiglio Ue la liberale estone Kaja Kallas come Alto Rappresentante per la Politica estera dell'Ue. Un patto che taglierebbe fuori la destra e in particolare Ecr, il gruppo dei conservatori europei guidato dalla premier italiana Giorgia Meloni. "Formare una Commissione fregandosene del voto degli europei è irrispettoso e arrogante", ha sottolineato Salvini.

 

 

 

"Salvini sta dicendo che Forza Italia sta facendo un colpo di Stato ai danni del governo italiano? A questo punto cosa lo trattiene dal non staccare la spina al governo?", è la provocazione su Facebook di Stefano Patuanelli, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, che però ignora (deliberatamente?) le dichiarazioni del leader azzurro Antonio Tajani, big dei popolari, secondo cui non c'è ancora nessun accordo sulle nomine, tanto meno l'intenzione di escludere Meloni (come dichiarato anche dal leader Ppe Manfred Weber e dal polacco Donald Tusk). "Attendiamo tutti con ansia il secondo Papeete, magari questa volta lo faccia dal Mar du Nord", conclude Patuanelli con una battuta.