Tremare
Ilaria Salis, la mossa di Orban per riportarla alla sbarra: i numeri dicono che è possibile
Lo scontro divampa, e la sinistra- sai la novità- già grida a una vendetta politica del premier ungherese Viktor Orbán. Il tribunale metropolitano di Budapest, stando a quanto ha riportato il sito ungherese Index.hu, avrebbe chiesto alla presidenza del parlamento europeo la revoca dell’immunità parlamentare di Ilaria Salis, neo eurodeputata eletta nell’Alleanza Verdi Sinistra, il raggruppamento di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. La notizia in un primo momento non è stata confermata ufficialmente da Bruxelles, e però, hanno riferito fonti parlamentari all’Adnkronos, si tratta di richieste che prevedono una serie di passaggi procedurali intermedi che rallentano l’effettiva ricezione da parte dell’ufficio di presidenza. In questo caso, dunque, si tratterebbe semplicemente di una questione burocratica: le carte sarebbero state inviate. A pomeriggio inoltrato, dall’europarlamento, è trapelata qualche ammissione, seppur in forma ufficiosa.
L’aveva detto, a Libero, Giuseppe Paccione, docente di Diritto Internazionale all’Università UniCusano: «L’Ungheria farà valere i propri diritti affinché l’immunità le venga negata. Sono certo», aveva sottolineato Paccione, «che il giorno stesso della proclamazione il tribunale di Budapest inizierà a lavorare per inviare una relazione all’Europa per la revoca dell’immunità, possibile dimostrando che il reato per cui è imputata sia stato commesso in flagranza».
«Evidentemente», commenta di nuovo il docente al nostro giornale, «l’Ungheria è convinta di questa flagranza di reato, anche se non possiamo conoscere le carte del tribunale. Ora toccherà alla Commissione parlamentare dell’Unione analizzare le prove, che se verranno ritenute convincenti porteranno alla richiesta ufficiale di revoca all’assemblea parlamentare».
Per la revoca dell’immunità della Salis servirà il voto favorevole della maggioranza del parlamento, quindi 361 “sì” su 720. Vediamo la composizione dell’aula: al momento la somma dei parlamentari dei gruppi di centrodestra fa 334 (il Ppe ha 188 rappresentanti, i Conservatori 82, Identità e Democrazia 64), dunque ipotizzando che tutti votino contro l’attivista accusata in Ungheria di lesioni gravi - anche se potrebbero esserci voti discordanti mancherebbero 27 “sì” per la revoca dell’immunità. Attualmente a Bruxelles ci sono 76 eurodeputati non iscritti ad alcun gruppo (in questi giorni se ne stanno formando altri) e teoricamente i partiti di centrodestra e della destra più spinta potrebbero avere i numeri per dare seguito all’eventuale richiesta della Commissione. Gli eurodeputati iscritti ai gruppi di centrosinistra oggi sono 310.
Torniamo a Paccione, professore di UniCusano: «Stando al diritto comunitario», spiega, «se il parlamento Ue dovesse respingere la richiesta di revoca dell’immunità della Salis, l’Ungheria potrebbe rivolgersi alla Corte di giustizia Europea, la quale non entra nel merito del processo ma valuta la correttezza o meno dell’iter, come la nostra Cassazione. La sentenza è vincolante: il parlamento deve attenersi alla decisione della Corte. Significa che se la Corte darà ragione a Bupadest, ma ribadisco, sto parlando in linea teorica secondo il diritto, il parlamento si dovrà attenere». In questo caso l’immunità decadrebbe. Quali potrebbero essere le tempistiche? «La Corte di giustizia», argomenta il professore, «decide quasi sempre in pochi mesi, invece l’eventuale passaggio tra la Commissione e il parlamento Ue potrebbe durare fino a un paio d’anni».
Salis, accusata di aver partecipato a Budapest con la “banda del martello” al pestaggio di due militanti estrema destra, ha trascorso 15 mesi in carcere, poi ha ottenuto gli arresti domiciliari (sempre nella capitale ungherese) dietro cauzione di 40mila euro, e il 15 giugno dopo l’elezione al parlamento europeo è tornata a casa del padre, a Monza. In Ungheria rischia fino a 24 anni. La Salis all’immunità potrebbe anche rinunciarci, come fece Enzo Tortora. Ma le possibilità sono prossime allo zero.