Non è successo niente

Europee 2024, gli sconfitti studiano il blitz per rifilarci l'Ursula-bis

Cercare un accordo con i Verdi oppure con i conservatori, la famiglia europea di Giorgia Meloni? Puntare la barra dell’Unione ancora più a sinistra o deviare a destra, seguendo le indicazioni uscite dalle urne? È questo il bivio politico di Ursula von der Leyen e del suo Ppe, prima forza dell’europarlamento. Numeri alla mano, ambedue le soluzioni potrebbero funzionare. Sotto l’aspetto politico, però, c’è l’abisso di mezzo.

Assieme a Renew Europe, la famiglia di Emmanuel Macron, i Verdi sono i grandi sconfitti del voto: nella nuova assemblea saranno il sesto gruppo e avranno circa 54 eletti (i conteggi sono ancora in corso), 18 in meno rispetto alla legislatura appena conclusa, anche se il numero complessivo dei seggiè aumentato (ora sono 720, quindici di più). I conservatori di Ecr, invece, si sono rafforzati: il loro gruppo è il quarto più consistente e conta adesso 77 eletti, 8 in più rispetto alla passata legislatura. Ieri hanno imbarcato nuove sigle e dentro Fdi sono convinti che altre ne arriveranno nelle prossime settimane. È possibile, quindi, che riescano a superare Renew Europe, coi suoi 79 eurodeputati. Se ci riuscissero, il problema del Ppe s’ingrosserebbe: si può tenere la terza forza politica europea fuori dalla coalizione che guida la Ue? (...)

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