Intervista

Alessandra Mussolini, la promessa: "Gli ambientalismi da contrastare in Ue"

Pietro De Leo

Alessandra Mussolini percorre vorticosamente il territorio dei due collegi in cui è candidata perle elezioni europee, il Centrale e il Meridionale. Eurodeputata uscente di Forza Italia affronta questa sfida, la prima di portata nazionale dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, con un mantra: «Forza Italia -Forza Lavoro. Questo è il concetto su cui sto insistendo in queste settimane». Oltre alla legislatura in scadenza, ha fatto parte dell’emiciclo di Bruxelles e Strasburgo per altre due, quindi ben conosce le cose comunitarie e con Libero ragiona sulle prossime dinamiche.
Ora tutti in corsa verso le urne.

Però già possiamo preventivare che sarà complicato trovare un accordo per una maggioranza Ue. Come se ne esce?
«Si parte da un dato, ovvero che il Partito Popolare Europeo sarà centrale, nel nostro Paese Forza Italia è l’unico movimento che ne fa parte, dunque noi avremo un ruolo importante anche nella prossima legislatura, come lo stiamo avendo oggi. Non potrà averlo Fdi che è in Ecr, una realtà europea marginale rispetto al PPE. Sulla Lega non ne parliamo...».

Voi partite con Ursula von der Leyen, presidente della commissione uscente, come Spitzenkandidat. Però al congresso di Bucarest non ha ottenuto l’unanimità nel PPE. Quando inizieranno i giochi per decidere la prossima guida della Commissione, quale sarà il suo destino?
«Adesso non si può prevedere, per ché gli equilibri si creano di volta in volta, bisogna vedere come andranno le elezioni in generale e come andranno in Italia, perché saremo decisivi per determinare il prossimo presiden te della Commissione».

 

 

Ursula von der Leyen ha detto di aver lavorato bene con Giorgia Meloni. La premier italiana, di recen te, è in rotta di avvicinamento con Marine Le Pen, su cui però c’è il ‘no’ del PPE. È così netta la chiusura verso la leader francese?
«Von der Leyen sta facendo la pro pria campagna elettorale, dunque agi sce di conseguenza. Per Marine Le Pen, sappiamo bene come funziona in Europa: appena ti avvicini a lei ti bruci». Le urne si avvicinano e l’appuntamento sarà decisivo, in un contesto geopolitico difficile, per determina re le sorti dell’Europa. Che campagna elettorale è questa? «Complessa. Ho notato che c’è più interesse verso le elezioni europee in quei cittadini che vivono in Comuni dove si vota per le amministrative, altrove è un po’ più complicato».

Quindi percepisce distacco?
«Un po’. Questo ci chiama a far sapere alle persone che l’Europa è decisiva per regole e normative che ricadranno sull’Italia, compreso il Patto di Stabilità. Senza l’Europa non ci sono fondi e strategie di investimento. Ma è sempre percepita come un qualcosa di lontano. Effettivamente, i cittadini hanno più di un motivo fondato per pensarlo. Noi come Forza Italia abbiamo lavorato molto per incidere a livello europeo, migliorando provvedimenti la direttiva sulle case green e le normative sugli imballaggi. Quello che accade in Europa è tutto molto importante».

L’elettore di Forza Italia cosa si aspetta dall’Ue?
«Io sto incontrando molto gli imprenditori, chiedono sburocratizzazione e meno tasse. Faccio un esempio, il fotovoltaico: se consente di risparmiare in bolletta, tante normative e passaggi burocratici non facilitano di certo l’imprenditore. Dunque sto insistendo sulla semplificazione, oltre ovviamente al tema forte delle tasse».

 



 

Quelli che si vanno a chiudere sono stati cinque anni davvero difficili per l’Ue, tra pandemia e guerra in Ucraina. Qual è un aspetto negativo e uno invece positivo?
«Di negativo c’è stata la fase in cui le politiche ambientali subivano l’orientamento ideologico ed estremo di Timmermans traducendosi in norme molto costose per i cittadini. Noi abbiamo sempre contrastato questa logica. Di positivo, invece, il fatto che si è accelerato sull’agricoltura e soprattutto sull’immigrazione per avere una visione comunitaria».

Gli osservatori notano il testa a testa tra Forza Italia e la Lega. Che succede se li superate?
«Che siamo più forti in Europa. Tutti i voti che vanno alla Lega o a Fratelli d’Italia sono voti “congelati”, perché poi se devono approvare un emendamento hanno bisogno di venire da noi».