Da Frontex al piano Mattei

Piantedosi vince in Europa? La dichiarazione conginunta

Alessandro Gonzato

Le linee guida dei Paesi del Mediterraneo in fatto di migrazioni sono quelle di Matteo Piantedosi. È scritto nel documento redatto sabato a Malta. L’obiettivo finale è il “Piano Mattei” propugnato dal titolare del Viminale e dal collega degli Esteri Antonio Tajani, una delle sfide principali di Giorgia Meloni. I ministri dell’Interno di Cipro, Grecia, Malta e Spagna, che insieme all’Italia formano il gruppo “Med5”, sono arrivati alle medesime conclusioni. Si tratta di una dichiarazione congiunta articolata in 17 punti e che riunisce Paesi guidati da governi sia di centrodestra che di centrosinistra, come la Spagna di Pedro Sànchez. «La sorveglianza rafforzata delle frontiere sia terrestri che marittime», si legge al punto 2, «anche attraverso la sorveglianza aerea pre-frontiera, è una componente essenziale della lotta degli Stati membri e dell’Ue contro il traffico di migranti ed altre attività simili, così come per la prevenzione degli attraversamenti illegali delle frontiere, il che richiede il sostegno di Frontex agli Stati membri alle frontiere esterne. Riteniamo che Frontex», va in pressing il “Med5” sulla scia di Piantedosi, «debba destinare maggiori risorse a questa missione, inclusa la sorveglianza delle acque internazionali, e ribadiamo in linea con le conclusioni del Consiglio Ue straordinario dello scorso 9 febbraio che debbano essere messi a disposizione ingenti fondi e mezzi dell’Ue per rafforzare la protezione tanto delle frontiere quanto delle infrastrutture, dei mezzi di sorveglianza e delle attrezzature». Frontex è l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Meloni ha dichiarato che da Frontex, prima del tragico naufragio di Cutro, non era arrivato alcun allarme.

 

 

 

 

RIMPATRI

La dichiarazione congiunta (punto 6) punta «sull’importanza dei rimpatri come pilastro fondamentale della politica migratoria dell’Unione»: «Ribadiamo la necessità di intensificare i nostri sforzi per rimpatriare i richiedenti asilo la cui domanda è stata rifiutata e altri cittadini di Paesi terzi che non hanno il diritto di rimanere nell’Ue». Vanno anche «rafforzati i percorsi legali come mezzo per ridurre la migrazione irregolare e promuovere canali di migrazione regolari, ordinati e sicuri a vantaggio di tutte le parti coinvolte». Il “Piano Mattei”, invece, viene esplicitato soprattutto ai punti 5 e 10 del documento. «Bisogna finanziare la cooperazione coi Paesi di origine e di transito per smantellare le reti di trafficanti e migliorare il nostro dialogo con coloro che effettuano i trasporti, i quali, attraverso il loro modus operandi, facilitano l’attività dei trafficanti».


Accordi bilaterali coi singoli Stati e pugno duro coi criminali, dunque. «Chiediamo alla Commissione di garantire il necessario livello di finanziamenti destinati al Nord Africa per il 2024 e oltre. Sottolineiamo l’esigenza di restare concentrati sull’Africa e sul vicinato Meridionale alla luce della loro importanza strategica per l’Unione Europea». Nello scritto, che verrà messo sul tavolo dai 5 Paesi giovedì nella riunione del Consiglio Affari Interni a Bruxelles, viene anche chiesto di migliorare la “dichiarazione di solidarietà volontaria di giugno 2022” - per l’Italia aveva firmato Luciana Lamorgese - che in sette mesi ha prodotto poche centinaia di ricollocamenti, un flop totale. Al punto 14 i ministri hanno espresso «riserve in relazione all’introduzione di procedure di frontiera obbligatorie» e sottolineato che «gli Stati membri che subiscono continue pressioni migratorie irregolari, sia terrestri che marittime, dovrebbero essere in grado di decidere in merito all’applicazione di tali procedure sulle basi delle proprie capacità e della prospettiva di rimpatri». Insomma: l’Ue non può imporre regole uguali che siano uguali per i Paesi del Nord, del centro e dell’Europa del Sud, ma deve tenere conto delle singole situazioni.

 

 

 

 

SINISTRA SMENTITA

Che l’Europa traduca in realtà il proposito di dare finalmente una risposta strutturale a un problema epocale è da dimostrare, ci sono stati segnali ma attendiamo provvedimenti concreti. Non c’è dubbio però che sia l’Italia, oggi, a guidare il fronte. E mentre la sinistra attacca strumentalmente Pianteodosi per il naufragio di Cutro, ecco che perfino Massimo Giannini, sulla Stampa, ricorda che ci sono state più tragedie coi governi di centrosinistra e cita il disastro nel canale di Otranto in cui morirono 81 migranti albanesi (Romano Prodi premier). Giannini che in sostanza dà ragione a quanto scritto sempre ieri da Libero in prima pagina. È proprio il caso di dire che qualcosa è cambiato. Forse.