L'intervista

Qatargate, Alessandra Mussolini: "Come lavorano i lobbisti"

Hoara Borselli

L'onorevole Alessandra Mussolini è rientrata nel Parlamento europeo pochi giorni prima che scoppiasse lo scandalo Qatargate. L'abbiamo incontrata

Ci racconti cosa sta accadendo.
«Io sono rientrata al parlamento europeo il 25 novembre. Dopo cinque giorni è scoppiato lo scandalo. È terribile vedere, a Bruxelles e a Strasburgo, gli uffici sigillati. Sono affissi dei cartelli su tutte le porte degli assistenti».

 

 

 

Lei cosa pensa del sistema degli assistenti parlamentari?
«Ci sono le indagini in corso, si può solo aspettare. La mia speranza è che si tratti solo di mele marce, ovvero persone che individualmente hanno commesso i reati (sempre tenendo conto della presunzione di innocenza). Se invece emergesse che c'è un sistema di corruzione, allora sarebbe veramente grave e sarebbe soprattutto un grave danno all'istituzione. Se davvero sono coinvolti una sessantina di parlamentari e se davvero la corruzione passa attraverso le Ong, allora è un vero disastro».

Le lobby sembrano aver sostituito partiti e sindacati. Va bene così, basta regolarle o era meglio prima?
«A tal proposito, con la delegazione di Forza Italia, abbiamo sottoposto a Markus Weber, capogruppo del Ppe, e alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola tre punti scritti: 1) rendere obbligatorio il registro della trasparenza; 2) bandire le associazioni di deputati svincolate dal controllo del Parlamento ma che organizzano eventi all'interno del Parlamento in modo semi ufficiale, facendo networking con deputati, lobbisti, assistenti, funzionari; 3) gli ex deputati e parlamentari non possono diventare lobbisti immediatamente. Le spiego: spesso e volentieri gli ex parlamentari diventano lobbisti, molti di loro sono molto bravi e danno una mano, però sfuggono al registro della trasparenza perché possono liberamente entrare nel Parlamento. Beh, non può funzionare così...».

 

 

 

Secondo lei il marcio è trai socialisti o il sistema Europa è marcio?
«Quanto è accaduto ha origine da una Ong sfuggita ai controlli».

Torniamo alle Ong.
«Alcune sono registrate ma altre lavorano nell'ombra».

Lo scandalo si allargherà?
«Mi auguro di no perché anche chi non c'entra niente è fortemente danneggiato. Qualcuno trema. È un clima terribile».

Trova preoccupante che il Qatar voglia comprarsi mezza Europa?
«Con i mezzi economici che ha e la possibilità di decidere, può fare ciò che vuole: o meglio, l'emiro può fare quello che vuole. Decide di comprarsi una città e la compra».

Analogie con Tangentopoli?
«Mi auguro di no. Però manca un anno e mezzo alle nuove elezioni. Lei capisce bene cosa significa, cioè non si recupera credibilità... Se veramente funzionava un vasto sistema di distribuzione del denaro, credo sia molto complicato convincere la gente, che già è molto scettica, che l'Europa è una cosa seria».

Lei concorda con l'assegnazione dei mondiali di calcio al Qatar, che calpesta i diritti umani?

«Lo sport è inclusione. Paesi che calpestano i diritti umani ce ne sono tanti. Secondo me il ruolo dell'Europa è quello di stimolo, perché se no non dovremmo più parlare con nessuno. Neppure con alcuni Stati degli Usa dove c'è la pena di morte, né naturalmente con la Cina. Ricordiamoci che l'Europa è soprattutto commercio, business. Altrimenti diventiamo un qualcosa di diverso, un osservatorio dei diritti umani... È un momento delicatissimo forse tra i peggiori che sta attraversando l'Europa ma io confido moltissimo nella presidente Metsola che conosco molto bene. Penso che proprio perché donna possa avere una marcia in più, è validissima».