L'ex toga

Qatargate, "la Ue può morire. E la mano sul fuoco..."

"La mano sul fuoco non la metto per nessuno". Franco Roberti, eurodeputato del Pd, bombarda il suo partito, i socialisti europei e tutta l'aula di Strasburgo commentando su La Stampa e il Fatto quotidiano gli sviluppi del Qatargate. Finora l'inchiesta belga sulla corruzione ha svelato i legami tra Qatar, Marocco e diversi esponenti di spicco della sinistra italiana ed europea (l'ex vicepresidente dell'Europarlamento, la socialista greca Eva Kaili, il suo compagno italiano Francesco Giorgi, l'ex europarlamentare dem Antonio Panzeri). Il Pd stesso ha sospeso l'europarlamentare Andrea Cozzolino, su sui starebbero emergendo prove su un coinvolgimento. Ma Roberti prevede sviluppi ancora più clamorosi: "C'è una rete di corruzione forse anche più estesa".

 

 

 

 

Secondo l'ex magistrato e procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, questa rete coinvolge "parlamentari, ex parlamentari, funzionari, assistenti, lobbisti" e "si interfacciava da un lato con le istituzioni Ue e dall'altro con Stati sovrani per influenzare con metodi corruttivi le decisioni dei deputati e quindi del Parlamento stesso. Si parla di Qatar e Marocco, ma ce ne potrebbero essere anche altri" aggiunge. sibillino tirandosi però fuori dal meccanismo delle mazzette. "Credo che nessuno mai si sarebbe permesso di avvicinarmi con queste mire". Grazie all'esperienza da magistrato "avevo ben chiara dentro di me l'idea che ci potesse essere questa realtà". La corruzione "mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e il rischio è che l'Ue muoia sotto questi colpi. Serve trasparenza e ce n'è ancora troppo poca nei processi decisionali al Parlamento europeo".

 

 

 

 

Per Roberti "non c'è dubbio che questo scandalo colpisca principalmente la sinistra e il Pd". Ora "serve una riflessione senza sconti al proprio interno, sulla selezione della classe dirigente, da fare subito e fino in fondo. Ne va della sopravvivenza stessa del Pd, oltre che delle istituzioni europee". Per quanto riguarda l'indagine su Cozzolino, le accuse "sono ancora molto vaghe - sottolinea -. Elementi indiziari a carico di Cozzolino non emergono".