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Alessandra Moretti lodava il "civile" Qatar, ora nega e minaccia querele

Alessandro Gonzato
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Minaccia querele a raffica l'europarlamentare Dem Alessandra Moretti: non vuole che il suo nome venga accostato al Qatar, non ora almeno. Dal Belgio arriva anche la notizia che gli inquirenti hanno sequestrato il pc e il telefono di una delle sue assistenti accreditate, Francesca Garbagnati, che era stata assistente dell'allora europarlamentare del Pd Antonio Panzeri- fulcro dell'inchiesta sul "Qatargate" - ma la Moretti non è inquisita. Tra gli emiri e Bruxelles è transitato un mare di denaro sporco - stando alla mega inchiesta fatta di arresti, valigie colme di banconote, sequestri e tentate fughe - e dunque quando Il Fatto Quotidiano accenna che l'eurodeputata vicentina «a Bruxelles ha sempre votato nel blocco della Kaili (la vicepresidente greca dell'Ue arrestata per i sacchi di soldi in casa, ndr)» la Moretti diffonde un comunicato di fuoco. Non «comprende il significato» delle «presunte votazioni nel blocco della Kaili» e diffida ogni mezzo d'informazione dall'accostare il suo nome «a ogni illazione sull'indagine sui presunti casi di corruzione dal Qatar al parlamento europeo». Moretti aggiunge di aver «dato mandato ai propri legali di procedere» per l'articolo «altamente diffamatorio» e farà lo stesso con chi «rilancerà simili notizie destituite di ogni fondamento». La Dem tiene a precisare che «riguardo alla risoluzione contro il Qatar» ha sempre votato «in linea col proprio gruppo politico», i socialdemocratici (S&D), «in qualche caso votando a favore di alcuni emendamenti presentati dalla sinistra, molto duri sul Qatar».

 

 


 

 

LA VISITA A DOHA

Nessuna illazione, e però se prendiamo la votazione agli emendamenti della sessione plenaria dello scorso 24 novembre, nella sinistra c'è chi è a favore, chi contro, chi s' è astenuto: ci arriviamo tra poco. La Moretti il Qatar lo conosce, e dalla capitale il 17 febbraio 2020 ha pubblicato un lungo post su Facebook in cui con gli emiri è stata piuttosto benevola. Eccolo: «Sono di rientro da Doha dove sono stata relatrice al convegno "Social Media, challenges and ways to promote freedom". Ho parlato di hate speech e fake news. Ho incontrato tante giovani che si battono per la parità di genere. Qui in Qatar», ecco, «stanno facendo passi in avanti nella tutela dei diritti anche delle donne e dei lavoratori. Siamo andati a visitare uno degli 8 stadi che stanno costruendo in vista dei Mondiali di calcio 2022 e abbiamo verificato le condizioni di vita di chi sta offrendo manodopera per la realizzazione degli impianti (...)».
Il quotidiano britannico The Guardian, oltre a diverse associazioni umanitarie, hanno denunciato che durante la realizzazione delle infrastrutture sono morte quasi 7 mila persone, e dunque vien da chiedersi quali condizioni abbia «verificato» la Moretti. Anzi, in un'intervista, Affaritaliani.it glielo chiede direttamente: possibile che i visitatori occidentali non si siano resi conto della situazione? «Noi questa cosa l'abbiamo sempre denunciata.

 

 

 


Non trovo correlazione tra la partecipazione a un'iniziativa sui diritti delle donne con la tragedia dei lavoratori». Nel post c'era scritto anche di questo tema... «Sì, al tema dei diritti. Perché me ne occupo e quindi anche relativamente a quello della tutela dei diritti dei lavoratori». Quindi non c'erano segnali dei numerosi deceduti? «Sì certo, eravamo lì proprio per verificare le condizioni di lavoro e la fine del sistema della Kafala (istituzione che regola il mondo del lavoro in molti Paesi arabi, ndr). Io mi sono concentrata di più sui diritti delle donne». Dicevamo degli emendamenti alla plenaria del 24 novembre: se è vero che il voto finale non era nominale e quindi, come sta accadendo, chiunque può dire di aver condannato il trattamento degli immigrati che hanno lavorato in Qatarcome ha fatto il Dem Andrea Cozzolino il cui principale collaboratore, Francesco Giorgi, il compagno della Kaili, è stato arrestato nell'indagine per corruzione e riciclaggio- lo è altrettanto che in diversi emendamenti i Dem si sono divisi, e qui il voto era nominale. Ad esempio, pagina 134 del documento, punto 65 "Situazione dei diritti umani nel contesto della Coppa del Mondo in Qatar": la Moretti ha votato contro, Cozzolino e Marie Arena (l'ufficio della sua assistente, Donatella Rostagno, pure lei ex collaboratrice di Panzeri, è sotto sequestro), Majorino, Picerno e Variati (di cui la Moretti è stata vicesindaco) a favore.

 

 

 

LA MAIL DI COZZOLINO

Proprio il 24 novembre Cozzolino ha inviato una mail ai colleghi socialdemocratici: «In vista del voto di oggi sulla situazione dei diritti umani relativi ai Mondiali in Qatar vorrei ribadire la mia posizione di votare contro la seconda parte che sostiene che la Coppa del Mondo sia stata assegnata dalla Fifa attraverso concussione e corruzione. Il parlamento Ue non dovrebbe accusare un Paese senza evidenze che non siano segnalate dalle autorità giudiziarie. In ogni caso se vogliamo discutere di corruzione negli eventi sportivi, allora bisognerebbe riflettere su tutto, compresi i Mondiali in Germania del 2006». Dunque a posto così?

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