Legittimi sospetti

Viktor Orban e le "richieste già accolte": ricatto-Ue all'Ungheria?

Quattro giorni dopo lo schiaffo del Parlamento, che aveva definito l'Ungheria un «regime ibrido di autocrazia elettorale», arriva il pugno della Commissione, che all'unanimità ha approvato una proposta per sospendere il 65% dei fondi per tre programmi di coesione destinati a Budapest. Si tratta di un taglio di circa 7,5 miliardi di euro che ora dovrà essere approvato dal Consiglio Ue - con la maggioranza qualificata del 55% degli Stati, in modo che sia rappresentato il 65% della popolazione europea entro fine novembre (ma l'esecutivo Ue ha già fatto sapere di poter allungare i tempi fino a un massimo di tre mesi, spia della volontà di trovare un compromesso).

 

La Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen intende così censurare le «irregolarità sistematiche» riscontrate in tre programmi ungheresi. Bruxelles lamenta «carenze e debolezze negli appalti pubblici, insufficienze nell'affrontare i conflitti di interesse e carenze nell'efficace svolgimento delle indagini e delle azioni penali nei casi che coinvolgono fondi dell'Unione». La Commissione accusa il governo di Viktor Orbàn di «violazione dei principi dello Stato di diritto». Ed è la prima volta che aziona la leva del taglio dei fondi per punire chi è accusato di non rispettare la trasparenza delle procedure pubbliche, l'indipendenza della magistratura, la separazione dei poteri e l'uso corretto dei fondi pubblici.

 

Il commissario Ue al Bilancio, Johannes Hahn, ha definito la sforbiciata al plafond destinato a Budapest - 7,5 miliardi sui circa 22 totali dei fondi di coesione - «una chiara dimostrazione della determinazione della Commissione a proteggere il bilancio dell'Ue e a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per garantire questo obiettivo». Paolo Gentiloni, commissario all'Economia, ha sottolineato che adesso Orbàn è chiamato a «rispondere con misure correttive e concrete». Budapest si è affrettata a spuntare le armi comunitarie. «Il governo ha accettato le richieste della Commissione», ha annunciato il ministro della presidenza del Consiglio ungherese, Gergely Gulyas. Orbàn ha intenzione di approvare nuove leggi che fughino i dubbi di Bruxelles e chiudano la vertenza. Saranno istituiti un dipartimento anti-corruzione e un gruppo di lavoro con le ong per supervisionare la spesa dei fondi Ue. In programma pure la modifica del codice penale e modifiche alla legge sugli appalti pubblici. «Ci stiamo muovendo nella giusta direzione per garantire che gli ungheresi ricevano le risorse che meritano», ha assicurato il ministro della Giustizia, Judit Varga.