Un nuovo inizio?
L'Unione europea e i muri contro i migranti: i confini sono l'inizio della civiltà
La proposta di 12 Paesi dell'Unione di finanziare la costruzione di mura che difendano i confini europei è un fatto politicamente molto importante. Sbaglierebbe chi la trascurasse, come chi la stigmatizzasse. Intanto è una proposta "europeista", perché dimostra la necessità di riscoprire un'identità e comuni interessi europei, da difendere finalmente insieme. Conseguentemente dà all'Europa confini visibili. Inoltre dimostra la volontà di fermare un'immigrazione illegale che rischia di essere nei prossimi anni il vero pericolo per la stabilità e la prosperità dei Paesi del Continente. L'importanza politica di questo documento deriva anche dalla sua trasversalità: coinvolgendo governi popolari, socialdemocratici, liberalconservatori, "nazionalsovranisti", distingue chiaramente fra immigrazione regolare, utile allo sviluppo ordinato di una comunità, e una clandestina, che a tratti ha le sembianze di un'invasione. Non è il primo muro dei giorni nostri: nel 1994 il democratico Bill Clinton avviò la costruzione di un imponente sistema difensivo ai confini col Messico. La Spagna ha eretto a Ceuta e Melilla protezioni assai efficaci nel contenere l'immigrazione dall'Africa. Dal 2002 Israele ha costruito efficienti e tecnologiche barriere di separazione in Cisgiordania. Nella storia i muri nascono per difendere una comunità da aggressioni esterne e invasioni, non sono strumenti di offesa. Questa era la funzione del muro più celebre della storia antica, costruito da Romolo nel 753 a. C. come primo atto compiuto dal fondatore di Roma: non dunque la costruzione di una strada, di una cloaca, di un teatro e nemmeno di un tempio, ma proprio una cinta muraria. Il muro serviva infatti per definire chi fosse cittadino e chi straniero, era dunque un potente strumento di identificazione. Serviva a dare il senso di comunità. La punizione di Remo, che avrebbe violato quel muro, decisa da Romolo, significava il primato del legame fra membri di una comunità che avevano scelto di stare insieme rispetto al legame di sangue fra due gemelli. I governi delle grandi nazioni europee, Italia, Francia, Germania, hanno ora l'opportunità per dimostrare che il loro europeismo non è fatto di chiacchiere o di meri interessi finanziari, ma parte innanzitutto dall'esigenza di garantire un futuro ai cittadini d'Europa.