Dal 2012 a oggi
Mario Draghi su Angela Merkel: "Una pizza insieme? Direi di no". Clamorosa intervista-verità: i suoi rapporti con la Cancelliera
La verità sul rapporto tra Angela Merkel e Mario Draghi. La cronaca dei mesi che hanno preceduto e seguito il "Whatever it takes" che l'allora presidente della Banca centrale europea pronunciò in una storica, drammatica conferenza stampa nell'estate 2012 è fatta di dichiarazioni ufficiali e telefonate private, con l'Europa e l'euro in bilico sotto la spinta della Germania e della crisi greca. E in mezzo la cancelliera tedesca, a mediare tra Berlino e Francoforte, in una posizione scomodissima.
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Il libro di Massimo Nava Angela Merkel descrive per filo e per segno quelle settimane di tensione nascosta fin dove possibile. Lo storico corrispondente del Corriere della Sera, come sottolinea un estratto del volume pubblicato dal sito formiche.net, non può partire proprio dalla guerra interna della leader Cdu, costretta a resistere alle pressioni dei socialdemocratici che pretendevano un tedesco alla guida delle Bce dopo il francese Trichet (il favorito era Axel Weber) prima, e agli attacchi scomposti del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble e del successore di Weber alla Bundesbank, Jens Weidmann, contrari alla politica del "bazooka" di Draghi. La Germania, in quel 2012, era di fatto sola contro tutti ma potentissima, e gli interessi delle banche tedesche nel salvataggio della Grecia facevano ovviamente sospettare a tutti il peggio.
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"Non ci furono accordi o compromessi preventivi", ricorda a Nava lo stesso Draghi, intervistato nel giugno 2021 quando era già arrivato a Palazzo Chigi. "La decisione fu presa in seno alla Bce, nel pieno rispetto dei trattati e del nostro mandato. Resistenze e critiche sorsero dopo, praticamente soltanto da parte tedesca, dalla Bundesbank, dal mondo politico e dall’opinione pubblica. Del resto, la Bundesbank era titolata a farlo, anche se si trovò in minoranza per tutto il periodo della mia presidenza. Ad Angela Merkel va riconosciuto di aver sempre difeso l’indipendenza della Bce e il rispetto dei trattati. E non è mai intervenuta nelle polemiche. Per la Germania, la moneta unica è un sigillo di europeismo, ma non va dimenticato – per comprendere le resistenze – quanto il Paese avesse politicamente investito nel processo, a partire dall’abbandono del marco".
Particolarmente vivaci i confronti tra Draghi e "il falco" Schäuble: Lui ha un’idea di unione monetaria à la carte, da cui si possa o si debba uscire per rientrare dopo aver messo i conti a posto - è il commento dell'attuale premier italiano sul ministro tedesco -. Per questo, sosteneva l’uscita della Grecia. Gli dissi che, se voleva buttare fuori la Grecia, lo doveva fare lui, ma che non poteva chiederlo alla Bce".
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Il sostegno della Merkel a Draghi fu totale, anche a costo di minare le possibilità di Weidmann di sostituire SuperMario alla Bce. La stampa tedesca invece iniziò a martellare l'italiano, colpevole di "regalare soldi" agli Stati sull'orlo del fallimento. Ma il rapporto con Angela non è cambiato: "In tutti questi anni, ci siamo sentiti e confrontati spesso. Ho incontrato una straordinaria leader, autenticamente europea, intelligente, sempre preparata, gentile, sia quando si tratta di esporre le proprie idee sia quando vuole esprimere il proprio disaccordo". "Se per amicizia s’intende uscire a cena e mangiare una pizza insieme, direi di no - ironizza poi Draghi -. C’è grande rispetto e fiducia reciproca. Se ho bisogno di consultarmi, le telefono e lei fa altrettanto".