Due pesi, due misure

Ue, la vergogna taciuta: a chi dà soldi per il muro anti-immigrati. Ma l'Italia è costretta ad accoglierli tutti

Carlo Nicolato

La Turchia sta costruendo un muro di cemento lungo il confine con l'Iran per fermare gli ingressi illegali di immigrati nel Paese, in particolare gli afghani che dalla Repubblica Islamica vengono di proposito lasciati liberi di raggiungere l'Anatolia, con destinazione finale l'Europa. Bruxelles, che già da qualche anno paga Erdogan fior di miliardi perché fermi gli immigrati di passaggio, cioè faccia il lavoro sporco che la Ue non vuole fare e in gran parte non è in grado di fare, è ben felice di tale barriera e tace. Occhio non vede cuore non duole, e quel muro è lontano abbastanza perché il cuore ipocrita d'Europa non debba dolersene. D'altronde, dicono le cronache locali, solo quest' anno sarebbero già stati fermati 55mila immigrati nella provincia di Van, cioè quella interessata alla costruzione, e sarebbe stato un bel guaio se quella ondata avesse raggiunto la Grecia e poi piano piano la Germania.

 

 

 

Anche la Lituania sta costruendo un muro, lungo 550 chilometri dovrà impedire il passaggio dei migranti che il regime comunista bielorusso "importa" e poi lascia passare. In questo caso l'Europa non solo approva ma si è impegnata a fornire a Vilnius i mezzi economici necessari per la sua costruzione. Giusto in questi giorni la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, si è recata di persona sul posto per constatare «le condizioni alla frontiera, le difficoltà per proteggere questo lungo confine e la necessità di barriere fisiche per essere in grado di rispondere nel modo giusto e assicurarsi che gli accessi non autorizzati al territorio siano evitati». «La Lituania» ha aggiunto la commissaria, «sta reagendo in modo esemplare, veloce e professionale, contro la minaccia. Ma siamo di fronte a un atto molto grave del regime di Lukashenko ed è ovvio che continuerà, con il regime che facilita l'attraversamento irregolare dei confini. Per questo è importante rafforzare la nostra cooperazione e il nostro impegno».

 

 

 

L'Europa dunque, nata tra le altre cose per abbattere le barriere, sta approvando la costruzione se non costruendo direttamente più muri di un qualsiasi dannato Trump, senza che peraltro nessuno se ne scandalizzi. Ai muri che abbiamo citato vanno oltretutto aggiunti quelli già ben noti che dividono la Spagna dal Marocco di Ceuta e Melilla, da poco perfino ingranditi, e quelli tra Ungheria, Serbia e Croazia. Peggio del muro di Berlino del cui abbattimento questa Europa è simbolo. Anzi molto peggio, perché mentre un tempo chi fuggiva dal regime comunista della Germania Est veniva accolto a braccia aperte, adesso chi fugge in Lituania dal regime comunista di Lukashenko viene rispedito al mittente a calci nel didietro. Roba da far invidia a noi poveri italiani che al contrario i clandestini siamo costretti a tenerceli tutti per onorare la narrativa di sinistra per cui un immigrato dalla pelle appena un po' più scura va accolto a prescindere. 

 

 

 

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