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Coronavirus, la nuova terapia che ribalta la battaglia: annuncio della Ue, una rivoluzione in autunno
La Commissione europea ha annunciato di aver individuato cinque trattamenti «promettenti» per la cura contro il Covid 19 che potrebbero essere «presto disponibili». Si tratta di quattro anticorpi monoclonali che sono al momento in revisione da parte dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) e un immuno-soppressore, già autorizzato per pazienti non Covid e che potrebbe ricevere il via libera anche per il Covid. L'autorizzazione all'uso dovrebbe arrivare il prossimo ottobre. Nel dettaglio si tratta di una nuova indicazione per un farmaco esistente, l'immunosuppressore Baricitinib (un farmaco che riduce l'attività del sistema immunitario), prodotto da Eli Lilly. Gli altri quattro sono anticorpi monoclonali, che l'Ema ha attualmente in rolling review, una procedura accelerata di revisione dei dati clinici.
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L'Agenzia europea per i medicinali avvierà ulteriori revisioni continue di terapie promettenti entro la fine del 2021, in base ai risultati della ricerca. Il 12 e 13 luglio sarà organizzato il primo evento di matchmaking per l'industria, in modo da far incontrare le diverse componenti del settore e accelerare la produzione in quantità adeguate delle terapie autorizzate. La strategia Ue sulle terapie per la Covid-19 non è altro che la replica del metodo utilizzato per i vaccini, che si è rivelato sul medio periodo un successo, cioè centralizzare, a livello della Commissione Europea, l'acquisto dei farmaci, per conto dei 27 Stati membri. Non si tratta di un programma segreto: è stato comunicato ufficialmente dalla Commissione il 6 maggio scorso. Il piano riguarda l'intero ciclo di vita dei farmaci, dalla ricerca, allo sviluppo fino alla manifattura, all'acquisto e alla distribuzione.
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LA LEZIONE INGLESE
Bisogna dunque farsi trovare pronti. Anche se i numeri dei contagi Italia sono rassicuranti: 776 ieri e 24 i decessi, c'è poco da stare tranquilli. «Quello che sta avvenendo in Inghilterra lo vedremo fra 2-3 mesi anche qui in Italia», ha preannunciato Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano, ai microfoni di Radio Cusano Campus. «Loro hanno aperto prima e hanno lasciato al virus occasioni di infezioni. Hanno avuto 65mila casi in settimana, però con solo 78 decessi», ha spiegato il virologo, «a dimostrazione dell'efficacia della vaccinazione con due dosi. Questo ci deve rendere più tranquilli. La malattia è rara nei soggetti completamente vaccinati». Gli fa eco Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l'emergenza coronavirus e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma, «la pandemia è ben lungi dall'essere conclusa. Si sta presentando un contesto in cui la variante Delta e la variante Delta bis si stanno espandendo a macchia d'olio». L'accademico, commentando la decisione delle autorità di Los Angeles dove è stato reintrodotto l'obbligo di mascherina al chiuso anche tra vaccinati, proprio per le preoccupazioni dovute alla variante Delta di Sars-CoV-2, ha aggiunto poi che portare la mascherina «è saggio quando non si è certi che le persone, all'interno di un ambiente, siano tutte vaccinate o immuni».
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