Filippine, ultimatum scaduto
L'ultimatum dei rapitodi delle Filippine è scaduto: secondo le loro minacce, oggi dovrebbe avvenire l'esecuzione di uno dei tre operatori della Croce Rossa - tra loro c'è l'italiano Eugenio Vagni. Ma ora Abu Sayyaf ha detto di aver spostato l'orologio di tre ore: quindi c'è ancora tempo per cercare di salvare gli ostaggi. I rapitori, 24 ore fa, avevano intimato al governo di Manila di ritirare le forze governative che li tengono sotto assedio sull'isola di Jolo, minacciando in caso contrario di decapitare uno degli ostaggi. L'ultimatum dato al governo per ritirare tutte le truppe dall'intera isola di Jolo scadeva alle 2 del pomeriggio ora locale, le otto di mattina in Italia. Oltre all'italiano Vagni, in mano ai ribelli di Abu Sayyaf ci sono dal 15 gennaio scorso lo svizzero Andreas Notter e la filippina Mary Jean Lacaba. Intanto la croce rossa ha lanciato un nuovo appello per la liberazione dei suoi tre volontari rapiti, proprio allo scadere dell'ultimatum imposto dai sequestratori che hanno minacciato di tagliare la testa ad uno degli ostaggi. Il capo della Croce Rossa locale, Richard Gordon, in un video diffuso sulla televisione nazionale, visibilmente commosso, ha ricordato ai rapitori che gli operatori della Croce rossa nella zona hanno lavorato per procurare acqua potabile e cibo a chi ne aveva bisogno e curato i malati. «Non hanno fatto nulla di male -ha detto- ma hanno aiutato molte persone, per questo è necessario liberarli». Gordon si è rivolto anche al Governo invitandolo alla moderazione per non aggravare la situazione.