Su Facebook: lavoro noioso

Dario Mazzocchi

Frequentatori assidui di Facebook, siete avvisati: lasciare commenti sul lavoro che svolgete, e che non vi piace, potrebbe costarvi molto caro. Ne sa qualcuna Kimberly Swann, giovane segretaria di una piccola azienda di Clacton, in Inghilterra, che è stata licenziata: i vertici l’hanno scoperta che lasciava commenti che screditavano la società, pur non facendo esplicito riferimento al nome dell’azienda. Frasi di questo genere nel suo status: “Kimberly, primo giorno di lavoro omg (Oh my God, o mio Dio), così noioso”. E se quello era il suo stato d’animo non appena arrivata, ha pensato bene di aggiungere: “Kimberly, tutto quello che fa è macinare fotocopie e fare fotocopie”. O mio Dio. A quel punto è arrivata la chiamate del direttore e non certo per una promozione: “Ho visto i suoi commenti su Facebook, non voglio che la mia società venga screditata”, le ha intimato. Lei ha risposto: “Ho solo scritto che il mio lavoro era noioso”. Ma il boss non ha fatto un passo indietro e le ha fatto recapitare la lettere con la quale veniva licenziata: “Se non si sente appagata e non le piace, crediamo sia meglio concludere con effetto immediato il rapporto con la ‘Ivell Marketing & Logistics’”. La giovane Kimberly dalla sua può contare il sostegno dei sindacati, già pronti alla guerra, come tradizione comanda, ma non potranno farci molto perché non può avviare azioni legali dal momento che la ragazza era stata assunta solo da un mese e quindi era ancora considerata in prova. La povera ex impiegata però può anche stare tranquilla: ha solo sedici anni, avrà modo di rimediare. E non è la sola ad aver fatto questa fine: sempre in Gran Bretagna alcuni dipendenti della catena di grandi magazzini “Marks&Spencer” sono stati lasciati a casa dopo aver definito “idioti”, sempre sul social network, i loro clienti. Alla lista si aggiungono i 13 steward e hostess della compagnia aerea “Virgin Atlantic”, licenziati per aver descritto come “zotici” i passeggeri.