Il benvenuto iraniano a Obama

Silvia Tironi

Mentre telefonava al presidente russo Medvedev e concedeva una intervista alla televisione araba, Barack Obama si è visto recapitare il messaggio di benvenuto del “collega” iraniano Mahmoud Ahmadinejab: gli Stati Uniti chiedano scusa per i loro crimini. E ritiri le truppe dispiegate all’estero. “Se quello che Obama vuole è un vero cambiamento”, ha detto il presidente iraniano durante un comizio a Khermenshah, trasmesso in diretta dalla tv, lo deve dimostrare “mettendo fine al sostegno dell'illegale e falso regime sionista”, cioè Israele, e “chiedendo scusa e risarcendo l’Iran” per le “interferenze americane degli ultimi 60 anni”. Ahmadinejad ha poi elencato una serie di atti compiuti dagli Usa contro Teheran, a partire dal golpe del 1953 con cui fu rovesciato il premier di allora Mohammed Mossadegh. Nuova era con la Russia Diverso l'atteggiamento della Russia. Mosca ha infatti deciso di cancellare le ritorsioni contro il progetto di scudo anti-missile. Lo ha annunciato un responsabile delle forze armate russe, citato dall'agenzia russa Interfax. “La realizzazione di questo progetto è sospesa visto che la nuova amministrazione americana non ha accelerato il suo programma di sviluppo”, ha dichiarato il responsabile russo, il cui nome non è stato indicato. Una decisione arrivata dopo l'annuncio di Obama sull'inizio di una “nuova era” nei rapporti tra Washington e Mosca. La Casa Bianca ha rivelato che nella telefonata avvenuta tra Obama e il presidente russo, Medvedev, è stata sottolineata la necessità di “ricostruire una nuova agenda” nei rapporti bilaterali tra i due Paesi che metta fine alla deriva in corso da tempo. Nella telefonata di Obama al collega russo è stato inoltre messo in evidenza il fatto, ha riferito la Casa Bianca, che i due presidenti sono entrambi “leader appartenenti ad una generazione post-Guerra Fredda” e questo offre “una opportunità unica per ricostruire un nuovo tipo fondamentalmente diverso di rapporti tra i due paesi”.