Le boliviane contro Morales

Albina Perri

Finché difende le piantagioni di coca passi. Ma che il loro presidente desideri ritirarsi nel Chapare con una quindicenne a fine mandato, alle donne boliviane non va proprio giù. Evo morales s'è messo contro le signore del suo Paese. Non c'è pubblicità, non c'è contributo statale che tenga: quella battuta da quasi pedofilo non doveva farla. Così, per l'imminente festa tradizionale di Alasita che inizia sabato prossimo nella capitale La Paz, sono già pronte delle statuine che raffigurano Morales, scapolo ma con due figli, come un padre responsabile, con un bimbo portato sulla schiena nella classica fascia andina porta-bebè. Alla fiera-mercato di Alasita, parola che nella lingua aymara del presidente indio significa «comprami perchè», tradizione vuole che si acquistino le statuine di un desiderio che si vuole esaudito entro l'anno. Sulle bancarelle vengono esposte miniature di ogni tipo, dalla casetta al piccolo terreno, dal certificato di matrimonio al diploma, al computer, alle banconote più sognate come dollari ed euro. L'associazione Mujeres creando che lavora per aiutare le donne vittime di violenza, ha pensato quest'anno alla statuina di un Morales padre responsabile per venderla a circa 2 dollari e raccogliere fondi. Le donne boliviane sperano che l'iniziativa basti a veder esaudito il desiderio che cessino entro l'anno le battute maschiliste degli esponenti del governo Morales.