India, continuano le violenze nel Kashmir
Ancora disordini e violenze nel Kashmir indiano, proprio nel giorno della riunione convocata dal governo di New Delhi per far fronte alle rivolte dei separatisti islamici. La polizia questa mattina ha aperto il fuoco su un gruppo di manifestanti a Mendhar, un villaggio a maggioranza indù della regione dello Jammu. Al momento il bilancio è di tre morti e di otto feriti, uno di loro versa in gravi condizioni. Prima di fare fuoco, gli agenti hanno intimato alla folla di disperdersi e hanno anche lanciato dei gas lacrimogeni. Nella capitale il premier Manmohan Singh ha convocato per oggi una riunione di tutti i partiti della maggioranza e dell’opposizione. Allo studio c'è la parziale revoca di una legge che conferisce poteri speciali all’esercito nella regione indiana del Kashmir. Singh ha parlato poco dopo nuovi disordini a Mendhar. Nel corso della riunione il premier ha affermato che la rivolta iniziata a giugno "potrebbe essere spontanea" ma ha accusato "alcuni gruppi" di aver orchestrato le violenze. "Sono rimasto sconvolto e angosciato a vedere giovani e donne, persino bambini, unirsi alle proteste", ha affermato. Poi ha sottolineato che "l'unica strada per una pace durevole e la prosperità dello Jammu e Kashmir è quella del dialogo e della discussione. Chi ha dei risentimenti contro il governo deve parlarne con le autorità, ma questo può avvenire solo in un’atmosfera senza violenze, né scontri". Nelle violenze di lunedì scorse in Kashmir, le peggiori dall’inizio della rivolta a giugno, erano morti 17 manifestanti e un poliziotto. Il governo starebbe studiando una parziale revoca della legge che conferisce poteri speciali e un’immunità ai militari che operano nella regione indiana del Kashmir. I nuovi scontri si sono verificati a Mendhar, un villaggio a maggioranza indù della regione dello Jammu, dove la polizia ha aperto il fuoco su un gruppo di manifestanti. Prima di sparare gli agenti avevano cercato di disperdere i facinorosi con i gas lacrimogeni e i manganelli, senza riuscirci, ha riferito una fonte della polizia indiana. La scintilla che ha innescato le violenze è stata l’uccisione di un 17enne durante una manifestazione. Dal 1989, la battaglia dei separatisti del Kashmir è costata la vita a 100mila persone. Da quando sono iniziate le proteste di stampo indipendentista, a giugno, si contano almeno 79 morti, tra i quali molti giovani.