Nominato il nuovo capo dell'Intelligence americana

Paolo Franzoso

La nomina, voluta da Obama, di James Clapper alla guida dell’Intelligence americana riceve la vidimazione del Senato con procedura semplificata. I 15 membri della Commissione sui servizi segreti del Senato avevano già approvato la nomina il 29 luglio all’unanimità. Il nuovo direttore è un pluridecorato reduce del Vietnam, oltre a essere un sostenitore dei metodi vecchio stampo, dove le persone sono più importanti delle sofisticate tecnologie: infatti, è sopranominato il padrino dell’Umint, sigla che indica le operazioni compiute dagli esseri umani e non dalle macchine. Lascia l’incarico di capo dell’Intelligence al Pentagono, ruolo che ricopriva dal 2007, nominato sotto l’amministrazione Bush, e che aveva già esercitato durante la presidenza Clinton. 32 anni di carriera nell’aviazione, contornata con collaborazioni per l’Intelligence nella guerra del Golfo e per i comandi in Corea, nel Pacifico, spaziale e nucleare. Prende il posto di Deniss Blair, dimessosi a maggio, dopo 16 mesi, spinto dalle accuse sulla scarsa capacità operativa della sua direzione. A spulciare bene,  Clapper ha un difetto che getta ombre sulla sua indipendenza: all’inizio del secolo, quand’era capo dell’agenzia nazionale di Intelligence geospaziale (Nga), la sua organizzazione fu una delle principali sostenitrici della teoria secondo cui Saddam Hussein stava sviluppando armi di sterminio. E' la quarta volta in cinque anni che la Direzione dell’intelligence nazionale cambia di mano. La Dni, creata nel 2004 a seguito del clamoroso fiasco dei servizi segreti sulle presunte armi di distruzione di massa in Iraq, stenta però a imporre la propria autorevolezza e si trova spesso in conflitto di interessi con la Cia.