Nuove regole per Wall Street. Obama firma la legge

Roberto Amaglio

"Nessuno pagherà più per Wall Street". Con queste parole il presidente Usa Barack Obama ha posto la sua firma sulla riforma della finanza, approvata nel giro di due settimane prima nella Camera e poi nel Senato. Giunge così in porto il secondo maxi-provvedimento del Presidente statunitense che, dopo la riforma sanitaria, aveva concentrato le sue attenzioni politiche proprio alla riforma dei mercati finanziari a stelle e strisce, gli stessi che avevano costretto le due ultime amministrazioni di Washington a un cospicuo esborso di denaro. "L'obiettivo del Consumer Protection Bureau sarà di proteggere la gente, non la grandi banche, non le società di prestiti, non le case di investimenti – ha detto il presidente americano –. Non è buono solo per i consumatori, è buono per l'economia perché dà a tutti le stesse regole". Non a caso al suo fianco in occasione di una firma estremamente pubblicizzata non c’erano i manager di banche o grandi istituti di credito, bensì due uomini della strada: un reduce del Vietnam, Andrew Giordano, e una insegnante di scuola media della Georgia, Robin Fox. Nonostante la celebrazione in pompa magna della firma (con i due relatori della norma Chris Dodd e Barney Frank accolti da una standing ovation), per Barack Obama inizia una seconda fase, quella più complicata. La norma, infatti, dovrà diventare effettiva con una serie di controlli mirati ed efficaci. "La vigilanza dovrà essere attenta – conferma il titolare della Casa Bianca –. Bisognerà anche fare aggiustamenti lungo la strada mentre il sistema finanziario si adegua ai cambiamenti: infatti nessuna legge può costringere la gente a esser responsabile: sta a Wall Street accogliere le lezioni di questa crisi su come condurre gli affari".