Chavez ai cattolici: "Cavernicoli, scendete dalle nuvole"

Eleonora Crisafulli

Non si fa attendere la risposta di Hugo Chavez ai vescovi del Venezuela. Due giorni fa la Conferenza episcopale accusava il presidente di aver imposto un "modello socialista" violando la Costituzione e denunciava "il clima di violenza e corruzione che regna in molti ambiti della vita del Paese". Oggi, per tutta risposta, Chavez ha chiesto di "rivedere" il concordato con il Vaticano, sostenendo che il Papa "non è un ambasciatore di Cristo sulla Terra". E in tal modo si "concede alla Chiesa cattolica un privilegio rispetto alle altre Chiese. A me - ha sottolineato - risulta che questo sia uno stato laico". Rivolgendosi alle gerarchie cattoliche del Venezuela ha poi aggiunto: "Cavernicoli, scendete dalle nuvole", avvertendo i vescovi, secondo lui alleati con l'opposizione, di non illudersi perché "saranno sconfitti il 26 settembre" nelle elezioni parlamentari. Non solo. Se i suoi avversari dovessero vincere, scoppierebbe "una guerra" nel Paese. Contro il Papa - Riferendosi poi a Benedetto XVI, il presidente venezuelano ha sottolineato di riconoscerlo solo come "capo di Stato. Non è un ambasciatore di Cristo in terra come dicono. Che cosa vuol dire ambasciatore di Cristo? Cristo non ha bisogno di ambasciatori, sta con il popolo e con chi come noi lotta per la giustizia e la liberazione dei più umili". L'appello dei vescovi - Nel documento, intitolato "Democrazia e partecipazione: impegno di tutti", i vescovi avevano invitato il presidente a "deporre il confronto e la divisione" in vista delle elezioni, visto che gran parte dei venezuelani aspira a un Paese che sia "una casa comune ampia, accogliente, tollerante, pacifica e fraterna. Un Paese che si possa costruire sui valori della pace, della giustizia e della verità per lasciarlo in eredità alle nuove e future generazioni".