Grecia paralizzata da 24 ore di sciopero contro la riforma delle pensioni
Una nuova giornata di sciopero generale sta paralizzando questa mattina la Grecia. È ormai la sesta "24 ore di protesta" contro la riforma, approvata ieri dal Parlamento, che taglia le pensioni anticipate e innalza l'età pensionabile. Il ddl, passato con 159 voti della maggioranza più due indipendenti contro i 137 dell'opposizione, dovrà oggi sottoporsi, articolo per articolo, a un nuovo scrutinio dell'Assemblea per diventare legge e per il Premier Papandreou sarà il vero banco di prova per dimostrare fermezza nell'approvare le misure di austerity, poste da Bruxelles. I greci, la maggior parte dei quali, secondo i sondaggi, sono pessimisti sull’esito della crisi, si sono svegliati questa mattina in un "black out generale". Oltre alla popolazione, scesa in piazza, hanno aderito allo sciopero anche giornalisti, lavoratori dei trasporti aerei, marittimi e terrestri, sia ferroviari che urbani. Rimarranno inoltre chiusi per tutta la giornata di oggi gli ospedali, salvo emegenza, uffici pubblici, dogane, tribunali, banche ed esercizi commerciali. Lo sciopero, che dovrebbe essere l’ultimo prima della pausa estiva, è stato indetto dai Sindacati nel tentativo - apparentemente impossibile - di fermare una riforma ritenuta dalla popolazione "un barbaro attacco" al loro sistema di vita. Prenderanno parte alle manifestazioni in piazza anche i controllori di volo, dalle ore 10.00 alle 14.00 e i marittimi che, negli scioperi precedenti, si erano astenuti dal lavoro, provocando ritardi e cancellazioni di voli e partenze delle navi non indifferenti, arrivando al blocco totale dei collegamenti con le isole. Il Premier Giorgio Papandreou, consapevole di una fronda in seno al suo stesso Pasok, era intervenuto ieri prima del voto, prendendo un pubblico e solenne impegno a migliorare le condizioni dei pensionati "quando la situazione lo permetterà". Aveva però sottolineato che i congelamenti, i tagli e l’elevazione per tutti dell’eta pensionabile e contributiva, rispettivamente a 65 e 40 anni,previsti dalla riforma, sono inevitabili per salvare il paese e riportarlo verso il risanamento e la ripresa. Un risanamento che i dati dei primi mesi di austerity dicono già in atto, almeno in termini di deficit di bilancio. La riforma rientra nel piano deciso con Ue e Fmi in cambio del pacchetto di salvataggio da 110miliardi di euro, stanziato per aiutare il Paese a uscire da una grave crisi del debito.