Marea nera anche nel Delta del Niger. La popolazione locale si scaglia contro Obama
Secondo quanto riporta oggi in apertura il New York Times, una parte della popolazione americana manifesta stupore generale in merito alla catastrofe ambientale nel Golfo del Messico. I cittadini del Niger esprimono infatti il loro totale malcontento al Presidente Obama, che non si preoccupa della grave situazione che coinvolge ormai da decenni il Delta del Niger. Falle petrolifere di diverse dimensioni riversano infatti da diversi anni barili e barili di petrolio nelle acque del fiume. La serietà del problema sembra dunque l'equivalente, a detta della popolazione locale, del greggio riversato in mare dalla Exxon Valdez. Secondo alcuni commenti riportati dal quotidiano americano, «il Presidente si occupa solo di quello. A noi non pensa nessuno». E nelle acque del Niger la vita acquatica di piante e specie ittiche sta infatti morendo, causando pesanti ripercussioni sul tenore di vita dei cittadini, prevalentemente pescatori. La regione del Delta del Niger contribuisce per un buon 80% alle entrate dello Stato della Nigeria, ma gli abitanti del Paese non godono di alun beneficio e le aspettative di vita sono le più basse. Sconcertanti anche i dati riportati dal New York Times. Si calcola che negli ultimi cinquant'anni siano stati riversati nelle acque del Delta del Niger circa 546milioni di galloni di petrolio, secondo una stima del 2008. Collera al Parlamento contro la Bp - Intanto nel pomeriggio l'AD di Bp Tony Hayward ha affrontato i parlamentari americani nel corso di un'infuocata audizione al Congresso, condito dalle proteste degli ambientalisti e delle frange più polemiche dei democratici e dei repubblicani. Nel corso dell'udienza, Hayward si è scusato per la peggior fuoriuscita di petrolio nella storia degli Stati Uniti dicendo che non avrebbe mai dovuto verificarsi. "Sotto la sua guida, Bp si è assunta i rischi più estremi", ha detto il parlamentare democratico Henry Waxman ad Hayward. Intanto, gli investitori hanno accolto con favore l'accordo raggiunto ieri tra il colosso energetico britannico e la Casa Bianca per l'istituzione di un fondo da 20 miliardi di dollari per risarcire i danni derivanti dal disastro nel Golfo del Messico, giunto al suo 59esimo giorno.