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Francia-Usa, caso diplomatico: "Ridateci la Statua della Libertà". Trump risponde con un "vaffa"

Esplode un surreale caso diplomatico tra Francia e Stati Uniti, tutto verte attorno alla Statua della Libertà. Già, niente meno dell'iconico simbolo di New York. E ad aprire il caso diplomatico in questione ci ha pensato Raphaël Glucksmann, europarlamentare socialista transalpino, il quale la ha sparata grossa: “Ve l’abbiamo data in dono, ma a quanto pare la disprezzate. Starà bene qui a casa”. Nel mirino, ovviamente, c'è Donald Trump, che per Glucksmann e la gauche francese, va da sé, è un tiranno, nemico e negazione delle libertà.

Il punto è che, dopo una lunga fase di progettazione e di iniziale preparazione, la Statua della Libertà fu donata dalla Francia agli Usa: era il 17 giugno del 1885 quando il piroscafo francese Isère attraccò al porto di New York, a bordo aveva le casse contenenti i pezzi disassemblati della Statua della Libertà, che fu inaugurata il 28 ottobre 1886. 

Bene, ora le parole di Glucksmann hanno rapidamente raggiunto gli Usa. E altrettanto rapidamente è piovuta la risposta della Casa Bianca. Karoline Leavitt, portavoce dell'amministrazione americana, non ha esitato a replicare in modo tostissimo: “Il mio consiglio a questo politico di basso livello è di ricordare che solo grazie agli Stati Uniti d’America i francesi ora non parlano tedesco. Dovrebbero essere molto grati al nostro grande paese”. Il riferimento alla Seconda Guerra Mondiale, con l’occupazione nazista della Francia durata quattro anni, ha reso il botta e risposta ancora più acceso. Per quanto riguarda l'ipotesi di un rimpatrio della Statua, Leavitt ha tagliato corto: “Assolutamente no”. E ci mancherebbe altro...

 

 

Pro-Ucraina e anti-Trump, Glucksmann ha sfruttato un comizio per lanciare la sua proposta provocatoria: "Agli americani dico, quando si decide di passare dalla parte dei tiranni, quando si licenziano i ricercatori per dimostrare la libertà scientifica, innanzitutto restituiteci la Statua della Libertà. Ve l’abbiamo regalata noi ma a quanto pare voi la disprezzate. Allora vi dico che starà benissimo qui a casa nostra”. Meno di 24 ore dopo, come detto, è arrivato il "vaffa" dell'amministrazione Trump in risposta a Glucksmann.