Pugno di ferro
Marco Rubio-Trump, "cacciati a centinaia: un'operazione storica". Chi espellono dagli Usa
Inesorabile e durissimo, prosegue il piano di espulsioni e rimpatri di Donald Trump, che da quando è tornato alla Casa Bianca contro immigrazione irregolare e delinquenza sta usando il pugno di ferro.
Tra le operazioni più recenti, l'espulsione di molti membri della gang Tren de Aragua e della temibile Organizzazione terroristica straniera. Un'operazione per cui Marco Rubio ha elogiato l'azione del presidente, definita "una storica misura contro la criminalità organizzata".
Il senatore e segretario di Stato ha sottolineato che "centinaia di criminali violenti sono stati mandati fuori dal nostro Paese", facendo riferimento all’operazione che ha portato "all’espulsione di numerosi membri della gang Tren de Aragua e della pericolosa Organizzazione terroristica straniera". Secondo Rubio, questi gruppi rappresentavano "una minaccia concreta per la sicurezza nazionale, conducendo azioni di guerriglia e seminando il terrore tra i cittadini americani".
Nonostante la recente decisione di un giudice, che ha bloccato il ricorso a una legge risalente al XVIII secolo sospendendo le deportazioni in corso, il segretario di Stato ha preferito concentrarsi sugli aspetti positivi dell’operazione. Ha espresso la sua "sincera gratitudine per il presidente Nayib Bukele del Salvador per aver svolto un ruolo cruciale per questo trasferimento, offrendosi di imprigionare questi violenti criminali".
Rubio ha poi lodato l’impegno del presidente salvadoregno nella lotta alla criminalità organizzata, definendolo "non solo uno dei leader più forti in materia di sicurezza della nostra regione ma anche un grande amico degli Usa". A conferma della cooperazione tra i due Paesi, ha infine ricordato che Bukele ha chiesto l’estradizione dagli Stati Uniti di due leader della gang M13 e di 21 tra i criminali più ricercati.