L'ungherese

Viktor Orban. schiaffo all'Europa: ecco come ha salvato 4 oligarchi russi

L'Ungheria sostiene la difesa comune europea ma non condivide l'idea di prestiti congiunti per finanziarla. Lo ha detto il primo ministro ungherese, Viktor Orban, nella consueta intervista del venerdì mattina a Radio Kossuth. "Alcuni nell'Ue vogliono finanziare la guerra con enormi prestiti congiunti, indebitando non solo i nostri figli ma anche i nostri nipoti. L'Ungheria non deve farne parte. Partecipiamo alla politica di difesa comune" ma "non facciamolo a credito comune", ha detto il premier. Che nel frattempo, però, è finito sui giornali per un'altra spinosa questione.

Il Foglio sottolinea come giovedì il governo di Budapest abbia fatto pesare il suo veto alla proroga delle sanzioni individuali dell'Unione europea contro chi ha sostenuto la guerra russa contro l'Ucraina, salvo poi fare parziale retromarcia in serata. E non è la prima volta: "Già a gennaio - scrive David Carretta - Orban aveva minacciato di far saltare tutte le sanzioni settoriali, quelle che hanno permesso all’Ue di congelare 200 miliardi di euro di attivi sovrani russi, di imporre divieti di importazione ed esportazione e di tagliare la Russia fuori dai circuiti finanziari occidentali". 

 

 

 

Alla fine, riferiscono fonti diplomatiche Ue, dopo lunghi negoziati i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno adottato all'unanimità il rinnovo periodico della lista di sanzioni individuali contro Mosca. Eppure, come richiesto, Orban è riuscito nell'intento di veder depennati alcuni nomi dalla lista nera. 

 

 

 

Nella lista nera, infatti, ci sono oltre 2.400 tra persone fisiche ed entità: "Vladimir Putin e Sergei Lavrov, i membri della Duma e del Consiglio di sicurezza nazionale, ministri, governatori e personalità politiche locali, alti funzionari e militari, comandanti del gruppo Wagner, oligarchi, propagandisti", elenca il Foglio. L'Ungheria ha chiesto, e ottenuto, però di togliere diversi oligarchi. Tra questi Gulbakhor Ismailova, sorella del miliardario russo-uzbeko Alisher Usmanov, che le aveva trasferito la proprietà dello yacht Dilbar, dopo essere stato sanzionato, secondo quanto accertato dalla polizia tedesca. Risulta anche collegata a immobili di lusso in Italia e in Lettonia. Ismailova, sanzionata dal 2022, "si avvale di una rete di società di comodo per nascondere il patrimonio del fratello". E "trae vantaggio da suo fratello Alisher Usmanov". E ancora, buone notizie anche per Vladimir Rashevsky, anch'egli in lista dal 2022, membro del consiglio di vigilanza dell'associazione Market Council e del consiglio di amministrazione dell'Unione russa degli industriali e degli imprenditori (Rspp), che "contribuisce allo sviluppo economico dello Stato russo", presidente del comitato per la politica fiscale dell'Rspp e della commissione per le attività estrattive dell'Rspp, vicepresidente del comitato per la politica climatica e la regolamentazione del carbonio e capo del Consiglio di coordinamento per il distretto siberiano. Oltre a Ismailova e Rashevsky sono stati graziati anche l'oligarca Vyacheslav Kantor e il ministro dello sport della Federazione Russa, Mikhail Degtyarev