
Kursk, gli ucraini si ritirano. Putin: "Cosa dovremmo fare con i nemici catturati"

Nel Kursk sta cambiando tutto, e forse è il segnale: il cessate il fuoco in Ucraina potrebbe essere a un passo. Kiev annuncia il ritiro delle proprie truppe dai territori oltreconfine russi, occupati con una audace manovra di controffensiva nell'agosto del 2024. Nel frattempo, però, Vladimir Putin usa il pugno duro sostenendo che i soldati ucraini catturati nella regione dovrebbero venire trattati "come terroristi".
Il capo di stato maggiore russo Valery Gerasimov ha detto che le sue forze hanno catturato circa 430 soldati nemici nella regione russa meridionale al confine con l'Ucraina, sostenendo che l'esercito di Kiev, "vedendo l'inutilità di ulteriori resistenze, ha iniziato ad arrendersi".
Quasi contemporaneamente, arriva la conferma dal comandante dell'esercito ucraino Oleksandr Syrsky. "Nella situazione più difficile, la mia priorità è stata e rimane quella di salvare le vite dei soldati ucraini. A tal fine, le unità delle forze di difesa, se necessario, manovrano verso posizioni più favorevoli", ha affermato su Facebook, utilizzando una frase solitamente usata sia dalla parte russa che da quella ucraina per indicare una ritirata.
Non è un caso che Putin sia sceso nel Kursk per "fotografare" la situazione favorevole: "Il nostro compito nel prossimo futuro è quello di sconfiggere definitivamente, nel più breve tempo possibile, il nemico che si è trincerato nel territorio della regione di Kursk e che qui conduce operazioni militari". Il presidente ha quindi suggerito di volere una zona di sicurezza lungo il confine statale della Russia. Lo riferiscono le agenzie russe. "Naturalmente, dovremmo pensare al futuro e alla creazione di una zona di sicurezza lungo il confine statale".
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