Romania, ufficiale: Georgescu escluso dalle presidenziali, sentenza unanime. L'ira del Cremlino
Tutto come previsto. Ma questo non rende il caso meno inquietante. La Corte costituzionale della Romania ha infatti respinto il ricorso presentato da Calin Georgescu contro il divieto della sua candidatura alle elezioni presidenziali. Georgescu aveva vinto il primo turno delle elezioni dello scorso anno, prima che la corte annullasse il voto per presunte influenze filo-russe. La sentenza, emessa all'unanimità, è arrivata due giorni dopo la decisione dell'Ufficio centrale di respingere la candidatura di Georgescu per le elezioni di maggio.
I sostenitori dell'opposizione rumena si erano radunati di fronte all'edificio della Corte costituzionale nel centro di Bucarest, dove si svolgeva l'udienza in merito all'appello di Georgescu. Il candidato non potrà dunque competere per la presidenza alle elezioni del prossimo maggio. La Commissione elettorale centrale ha sostenuto che i documenti da lui presentati non soddisfacevano i requisiti.
I sostenitori dell'opposizione hanno organizzato una protesta a Bucarest anche lunedì sera, manifestazione che è degenerata in scontri con la polizia e rivolte. Tredici agenti delle forze dell'ordine sono rimasti feriti durante gli scontri, quattro dei quali sono stati ricoverati in ospedale. Tre persone sono state arrestate con l'accusa di aver turbato l'ordine pubblico. Erano circa mille i sostenitori di Georgescu che attendevano in piazza la decisione della corte nel centro di Bucarest: il timore, alla luce del rigetto del ricorso, è che si possano verificare nuovi scontri.
Nel frattempo, il Cremlino ha fatto sentire la sua voce. A parlare il portavoce di Vladimir Putin, Dimitri Peskov, il quale ha affermato che "sarà illegittima qualsiasi elezione in Romania che escluderà il candidato Calin Georgescu". Peskov ha poi smentito le affermazioni secondo cui la Russia avrebbe legami con Georgescu, aggiungendo che la decisione in base alla quale si impedisce al candidato rumeno di candidarsi alle elezioni "calpesta tutte le norme democratiche d'Europa". La posizione della Russia, insomma, è chiarissima.