La mossa

Francia, mani sulle terre rare: clamorosa sfida di Macron a Trump, "l'offerta a ottobre"

Mauro Zanon

Gli Stati Uniti non sono gli unici interessati alle terre rare ucraine. Ieri, a France Info, il ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu, ha dichiarato che la Francia è in trattativa con Kiev «dallo scorso ottobre» per lo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine a beneficio della propria «industria della difesa». Sarebbe stato lo stesso presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, durante un viaggio a Parigi «lo scorso autunno», a «includere la questione delle materie prime nel suo piano per la vittoria», ha aggiunto Lecornu. Zelensky ha fatto «una serie di proposte, non solo agli Stati Uniti, ma anche alla Francia» ha precisato il ministro. Lecornu non ha specificato quali minerali interessano a Parigi, ma ha spiegato che saranno utilizzati per produrre materiale bellico. «La nostra industria militare avrà bisogno di un certo numero di materie prime fondamentali per i nostri sistemi di difesa, non per il prossimo anno, ma per i prossimi 30 o 40 anni», ha dichiarato Lecornu, auspicando che la Francia «diversifichi» le sue importazioni di questo tipo di minerali.

Su istruzioni del presidente Macron, il ministro ha avviato «discussioni con gli ucraini» su questo tema lo scorso autunno, ma la trattativa francese è indipendente da quella americana che oggi, in occasione della visita di Zelensky a Washington, potrebbe essere finalizzata. «Non cerchiamo di farci rimborsare», ha dichiarato Lecornu prendendo le distanze da Trump che, in cambio degli aiuti militari passati, chiede le terre rare come “risarcimento”. «Non prendiamo parte alla discussione riguardante gli Stati Uniti, ma dovete sapere che io, con il mio omologo, il ministro della Difesa ucraino, stiamo discutendo di questa questione per le nostre esigenze francesi», ha aggiunto il ministro. Il 5% delle risorse minerarie mondiali è concentrato in Ucraina, ma non tutte sono sfruttabili. Soprattutto perché alcune di esse si trovano nei territori occupati dalla Russia. In un libro pubblicato nel 2023 dall’Ufficio francese di ricerca geologica e mineraria (Brgm), i geologi hanno elencato più di cento risorse, tra cui ferro, manganese e uranio, che suscitano l’appetito francese. Durante l’intervista, Lecornu ha ribadito inoltre la posizione della Francia sul sostegno alle forze armate ucraine. «La posta in gioco è garantire che l’esercito ucraino continui a essere in grado di difendersi non solo in questo momento, ma anche quando le armi taceranno», ha spiegato Lecornu.

 

 

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Perché «quando le armi russe taceranno, avrete scorte in Russia che continueranno ad aumentare considerevolmente», ha sottolineato il titolare della Difesa, ricordando che Mosca spende il 10% del suo Pil per la difesa. Per Lecornu, la Francia non potrà farcela con «68 miliardi di euro all’anno» per la difesa, l’obiettivo fissato per il 2030: deve aumentare la sua spesa, «fare scelte politiche di bilancio». In questo senso, in un’intervista al Figaro, il primo ministro francese, François Bayrou, ha chiesto che la spesa militare sia esclusa dalle norme europee sul deficit: «Condivido le idee di chi afferma: In circostanze così pericolose, dobbiamo escludere la spesa militare dalle regole europee sul deficit».