a washington
Macron bacchettato dalla stampa francese: "Deplorevole", la figuraccia con Trump
Ci sono stati i sorrisi, le battutine, gli aneddoti, le pacche sulle spalle, le belle parole e gli articoli ditirambici di una certa stampa secondo cui il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, avrebbe convinto il suo omologo americano, Donald Trump, a cambiare idea sull’Europa, e a includere l’Ucraina nei negoziati per la pace. Poi però c’è la realtà, che mostra una situazione ben diversa, perché al di là di qualche vaga rassicurazione all’inquilino dell’Eliseo, Trump non ha preso alcun impegno concreto, non ha messo nulla nero su bianco. Il “tournant”, la svolta, l’ha vista soltanto Macron. «Donald Trump non ha contraddetto Macron, ma non ha nemmeno detto nulla che lasciasse intendere che la “svolta” cui fa riferimento il presidente francese fosse concreta. Si è rifiutato di definire Vladimir Putin un dittatore, dopo aver accusato Volodymyr Zelensky di esserlo. E si è rifiutato di prendere in considerazione un contributo americano alla ricostruzione dell’Ucraina una volta garantita la pace», ha scritto ieri Les Echos.
Secondo un politologo di lungo corso come Dominique Moïsi, fine conoscitore delle relazioni internazionali, «gli abbracci» tra Macron e Trump sono stati «piuttosto imbarazzanti, così come l’ambiguità delle dichiarazioni, perché fanno finta di essere d’accordo quando non lo sono affatto, e tutto questo mentre la Russia bombarda l’Ucraina con la stessa violenza di sempre». Altri osservatori mettono l’accento sulla vittoria in termini di narrazione del presidente americano. Con i leader europei che corrono a Washington uno dopo l’altro – lunedì il presidente francese, ieri Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri, e domani il primo ministro britannico, Keir Starmer – perché è lì che si decidono le sorti della guerra in Ucraina.
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«È deplorevole andare a Washington in ordine sparso, perché è ciò che vogliono Putin e Trump. Sarebbe stato meglio parlare con una sola voce e forse mandare il primo ministro polacco, che ha la presidenza di turno dell’Unione europea e che è al centro della contraddizione tra la lealtà atlantista e la fermezza nei confronti di Putin», ha spiegato a Les Echos Jean-Louis Bourlanges, ex presidente della Commissione Affari Esteri dell’Assemblea nazionale. Anche se Macron sostiene di aver ottenuto un “chiarimento” da Trump, quest’ultimo non è stato affatto chiaro sulle garanzie di sicurezza che Washington è pronta a fornire, sul famoso “backstop” americano. Inoltre, lunedì, gli Stati Uniti hanno approvato una risoluzione all’Onu che chiede una pace rapida, ma senza condannare Mosca o menzionare l’integrità territoriale dell’Ucraina. Solo l’accordo sulle terre rare sembra per ora interessare la Casa Bianca: un incontro con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, per finalizzare l’accordo, è previsto per la prossima settimana. Anche per Le Monde, la riunione di lunedì è stata tutta cosmetica, tutta apparenza. L’unico dato concreto è che Trump «non ha preso alcun impegno».