L'editoirale di Mario sechi
Trump imprevedibile ma con le idee chiare
L’Ucraina in tre annidi guerra non ha perso la sua sovranità grazie all’impegno di un’alleanza di cui gli Stati Uniti sono la guida. Volodymyr Zelensky si è più volte scontrato con la Casa Bianca, Joe Biden in una telefonata burrascosa lo apostrofò come un «ingrato». La storia si ripete con Trump che, naturalmente, si muove e parla come Trump. Nel 2018 fece un incontro di lotta libera con Kim Jong -Un, il leader della Corea del Nord, era una gara a chi aveva «il pulsantone più grande», era il bottone di lancio dei missili nucleari, i commentatori à la page scrissero che il mondo era sull’orlo di un conflitto nucleare per colpa di Trump. Il risultato fu lo storico incontro al confine delle due Coree tra Trump e Kim. Donald è imprevedibile, si esprime sopra e sotto le righe, spesso sbagliando, ma ha un obiettivo chiaro, l’America vuole chiudere il conflitto in Ucraina.
Tre sono le ragioni che muovono la Casa Bianca: 1) Il contribuente americano non vuole vedere le sue tasse finire in armamenti che alimentano una «never ending war», una guerra senza fine; 2) L’attenzione del Pentagono è puntata sulla Cina, l’avversario con cui gli Stati Uniti sono «Destinati alla guerra», come scrive nel suo libro Graham Allison, ricordando la teoria della trappola di Tucidide; 3) In questo scenario, per Washington separare la Russia dalla Cina è fondamentale, è la strategia, rovesciata, di Nixon e Kissinger nell’era della diplomazia del ping pong. Come Biden, Trump non manderà mai soldati americani in Ucraina, non c’è spazio per «boots on the ground» né oggi né domani. Allora toccherà agli europei, dicono quelli che la sanno lunga. Emmanuel Macron e Keir Starmer andranno alla Casa Bianca con questa brillante idea in testa, alzare uno scudo aereo e schierare una «forza di pace», formula ambigua, soprattutto se sei nel mirino dei cecchini russi.
La difesa dell’Ucraina la devono fare gli ucraini, sono capaci di farlo, vanno aiutati. L’attuale linea del fronte in Ucraina è di 500 miglia, il confine con la Bielorussia è di 2000 miglia, Emma Ashford su Foreign Affairs ha spiegato che servirebbero 200 mila uomini, si parla di inviarne solo 50 mila, il minimo. Non garantiranno nessuna difesa, ma saranno un ottimo bersaglio.