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Pence, il vice di Trump all'Eliseo? Ecco come lo accolgono: lo sfregio di Macron agli Usa

Mauro Zanon

La scena non poteva passare inosservata. Lunedì sera, il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, era invitato all’Eliseo assieme agli altri leader di governo e pesi massimi del settore tecnologico mondiale per la cena organizzata dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, nel quadro del summit internazionale sull’intelligenza artificiale che si è svolto a Parigi il 10 e l’11 febbraio. Ma al suo arrivo nel cortile dell’Eliseo, non c’era nessuno ad accoglierlo, nonostante il protocollo imponga la presenza del presidente della Repubblica. «Il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance umiliato da Macron al suo arrivo all’Eliseo. Nessun protocollo per accoglierlo», ha sottolineato su X un utente.

«Il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance trattato come un fattorino di Uber all’Eliseo. Macron è una vergogna assoluta», ha commentato un altro. Ieri, Vance, ha avuto un colloquio con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sullo sfondo dei dazi al 25% sulle importazioni statunitensi di acciaio e alluminio annunciati da Trump che rischiano di intensificare la guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti. «Parleremo di molte cose, di alcuni problemi commerciali e economici. L’amministrazione Trump è stata molto chiara sul fatto che ci teniamo molto all’Europa. Ci sono molte relazioni economiche da costruire con l’Europa. E vogliamo anche assicurarci di essere effettivamente impegnati in una partnership perla sicurezza», ha dichiarato Vance prima dell’incontro, cui ha partecipato anche l’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera, Kaja Kallas. Durante il colloquio è stata ribadita da entrambe le parti «la forza della relazione Ue-Usa e il suo ruolo fondamentale nell’attuale panorama geopolitico», ha scritto in un comunicato la presidenza della Commissione Ue.

 

 

Von der Leyen e il vicepresidente Vance hanno poi «discusso di cooperazione sulle sfide comuni», e la presidente della Commissione europea «ha ribadito l’impegno dell’Ue per una relazione commerciale equa» tra le due sponde dell’Atlantico, «mentre entrambe le parti hanno espresso la loro intenzione di dare priorità alle aree economiche di reciproco interesse, tra cui l’energia». Ma quando ha preso la parola, ieri pomeriggio, sotto la cupola del Grand Palais, Vance non ha utilizzato mezzi termini per criticare l’Ue sulle sue soffocanti normative in materia di IA. «Siamo convinti che l’IA debba rimanere libera da pregiudizi ideologici e che l’IA americana non sarà cooptata come strumento di censura autoritaria», ha affermato Vance, prima di aggiungere: «Censurare e controllare i pensieri degli utenti e portare avanti la regolamentazione più aggressiva possibile favorisce le persone che hanno già un vantaggio sul mercato». Dallo stesso palco, Von der Leyen ha annunciato lo stanziamento di ulteriori 50 miliardi di euro nell’iniziativa “InvestAI”, oltre ai 150 già impegnati dalla European AI

Champions initiative, un ombrello di grandi imprese europee. «Puntiamo a mobilitare un totale di 200 miliardi di euro per gli investimenti nell’IA in Europa. Ci concentreremo sulle applicazioni industriali e “mission-critical”. Sarà il più grande partenariato pubblico-privato al mondo per lo sviluppo di un’IA affidabile». Ma il «divario di innovazione» con gli Stati Uniti e la Cina evocato dall’ex primo ministro italiano Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività dell’Unione europea, una «sfida esistenziale» per l’Europa, è ancora troppo vasto.