Orrore profondo
Mosca, l'ordine ai carcerieri: "Massacrare senza pietà", il protocollo delle torture agli ucraini
I prigionieri ucraini nelle mani dei russi sono costretti a subire delle torture disumane. Dalle testimonianze raccolte dal Wall street journal si parla di pestaggi comuni, scariche elettriche ai genitali, privazione del cibo, dell'acqua e del sonno. Ma anche celle gelate d'inverno, calore atroce d'estate e ambienti sovrappopolati. Oltre che pressioni psicologiche e indottrinamento in condizioni di privazione grave per convincerli ad arruolarsi nell’esercito russo; condizioni igieniche e sanitarie da lager.
"Non ne parliamo troppo e non nel dettaglio per non incitare i russi a essere ancora più crudeli con i nostri compagni rimasti in carcere. Non vorremmo che gli aguzzini si sentissero liberi di infierire", hanno spiegato i soldati liberati, i quali cercano in tutti i modi di mantenere i toni bassi. Resta il fatto, però, che anche dagli ambienti del governo sanno benissimo che Vladimir Putin sfodera tutto l'orrore del regime di mosca contro i prigionieri di kiev catturati. Già durante le prime settimane del conflitto, il capo delle prigioni di San Pietroburgo, generale-maggiore Igor Potapenko, impartì un ordine molto esplicito alle unità d’elite operanti nelle carceri regionali: "Siate crudeli, non abbiate pietà di loro".
Quando i cronisti o i funzionari delle organizzazioni internazionali hanno chiesto al Cremlino di fornire chiarimenti sulle condizioni dei prigionieri ucraini sono arrivate secca smentite. Dmitry Peskov ha dichiarato che le accuse contro il sistema carcerario russo sono infondate e che invece si dovrebbe "guardare ai singoli casi particolari". Ma il Wsj ha fornito un'altra versione: "Le guardie erano sempre a viso coperto. I prigionieri potevano essere picchiati anche solo se cercavano di guardarle negli occhi. Il sistema era congegnato per mantenere l’anonimato dei carcerieri". Le ferite, inoltre, non venivano curate per diretto ordine dei superiori. Anzi, venivano riaperte, tra botte e bastonate. Fino a portare gli arti alla cancrena e, dunque, alla mutilazione. Un orrore difficile anche soltanto da immaginare.