Bessent, segretario al Tesoro Usa

Bessent, il pupillo di Soros che ora sussurra a Trump alla Casa Bianca

Nella gincana dei dazi americani, tra guerre commerciali messe in attesa e bombe disinnescate all’ultimo minuto, mercati che oscillano e malumori delle imprese, il ruolo di adulto nella stanza tocca a lui, Scott Bessent, il segretario del Tesoro. Il miliardario gestore di hedge fund, conosciuto a Wall Street come “il killer silenzioso” per la felina abilità con cui gestiva enormi operazioni di Borsa, dovrà tirare la volata a Trump nella corsa alla nuova età dell’oro: dall’economia è scaturita la vittoria e dall’economia dipenderà il successo della presidenza. Già a vent’anni non gli faceva paura niente, nemmeno George Soros, che ne fece il suo pupillo e lo mise a gestire l’ufficio europeo del Soros Fund Management con un portafoglio da 300 milioni di dollari (all’epoca un terzo degli asset del fondo principale).

Era il 1992 quando Bessent ricevette una soffiata e capì che la Banca d’Inghilterra non sarebbe stata in grado di difendere la sterlina, l’economia britannica era in difficoltà. Ne scaturì una delle operazioni più famose di tutti i tempi: il Mercoledì nero. Soros scommise contro la sterlina, il guadagno delle operazioni di vendita e riacquisto di valuta ammontò a un miliardo (...)

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