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Kate Middleton, una svolta storica: ecco cosa sparisce dagli abiti che indossa

Lavinia Orefici

I secondi quarant’anni della principessa del Galles marcano un deciso cambio di rotta rispetto al passato. Il Times, infatti, ha rivelato le nuove priorità di Catherine, focalizzata sul suo lavoro rispetto al contorno di apparenza e seguendo questo filone è stato deciso che Kensington Palace non diffonderà più alcuna informazione sui marchi di abbigliamento che la vestono. Sembra un dettaglio superficiale, ma questa presa di posizione è estremamente significativa per definire quanto la principessa voglia abbandonare la narrazione del personaggio che è sempre stato raccontato finora, casa-figli-vestiti.

Rimangono la casa e i figli, anche perché nel passato come numero di impegni pubblici la principessa non è mai stata in testa alle classifiche. In quest’ottica la comunicazione, in controtendenza con gli standard di Buckingham Palace, arriva lo stesso giorno in cui la fondazione presieduta dalla principessa del Galles “Royal Foundation Center for Early Childhood” ha diffuso un nuovo report di 106 pagine sulla prima infanzia, il progetto più importante della moglie del principe William lanciato nel 2021. In settimana Kate parteciperà proprio a un incontro dove illustrerà i risultati ottenuti dagli studi, in cui vengono condivisi trenta punti cruciali perla crescita dei bambini e offerti alcuni consigli per assecondare i figli in modo costruttivo. Gli esempi che si leggono nelle anticipazioni riguardano richieste come: se la vostra creatura vuole indossare un cappello da pompiere dovete lasciarglielo fare oppure se vuole mettere la maglietta preferita, anche se sporca, dovete lasciargliela mettere.

 

Condivisibile o meno Kate tiene molto ai risultati di questo studio, tanto da metterlo davanti a se stessa. Una fonte di Kensington Palace ha giustificato l’iniziativa sostenendo che: «Il lavoro di Catherine deve venire prima di quello che lei indossa. La priorità devono averla i temi, le persone e le cause che sostiene. Non c’è alcuna necessità di diffondere informazioni sull’abbigliamento». In questa maniera Catherine fa un passo indietro rispetto ai fari che hanno illuminato il suo palcoscenico finora. Il debutto nella nuova veste no logo è avvenuto giovedì scorso in Galles all’ospedale pediatrico THafan, di cui ha preso il patrocinio. Per la prima volta Kensington Palace non ha fornito i dettagli del suo look, ma la stampa specializzata ha lo stesso sottolineato come la principessa indossasse un abito di low cost e riciclato.

Era stata proprio la scelta di alternare grandi e piccoli marchi, alla portata di tutti, rilanciata con successo dalla stampa, a premiare l’ingresso di Catherine in casa Windsor. E lei stessa aveva usato il linguaggio dell’abbigliamento per lanciare messaggi subliminali, come quando sulle scale della Lindo Wing dopo la nascita del suo primogenito, il principe George, apparve vestita come Diana trentuno anni prima nella stessa occasione. A dicembre del 2022 a Boston per l’Earth Shot Prize, il più importante premio per l’ambiente al mondo, lanciato dal principe William, Kate scelse appositamente un abito verde che sposava il messaggio del marito: green come la causa e in affitto contro lo spreco, sdoganando su larga scala un nuovo modo di decidere i propri vestiti.

La popolarità di Catherine è andata di passo con l’impatto sull’economia reale, si stima che per la moda britannica il Kate Effect valga 1 miliardo di sterline l’anno. Anche questo è un merito e non si capisce bene come mai questo non sia più un valore per Kensington Palace Mentre Catherine individua la nuova strada da percorrere, che dopo la malattia la sta rimettendo in formazione da titolare della real casa, re Carlo per promuovere la sua monarchia ha deciso di puntare su opzioni finora inesplorate. L’apertura ai turisti del castello di Balmoral è stata un tale successo che il sovrano ha deciso di ristrutturare parte del Queen’s Building aumentando così del 10% la capacità del numero di persone che potrebbero intervenire a eventi e, perché no, perfino ai matrimoni. Ma la vera novità sta nel debutto di re Carlo davanti alle telecamere di Amazon per un documentario sui suoi progetti filantropici. Una docu-biografia stile Melania Trump per la quale l’azienda di Bezos ha sborsato 40 milioni di dollari. Amica di penna del sovrano, sarà stata la First Lady a suggerirglielo?