L'Argentina rivuole le Falkland

Roberto Amaglio

L'Argentina punta le Falkland. Questa volta, però, non sotto l'impulso della dittatura militare di Leopoldo Galtieri e Roberto Eduardo Viola, ma per preciso interesse del nuovo premier argentino Cristina Fernandez Kirchner, la quale ha scritto al nuovo collega inglese David Cameron per capire se ci fossero le basi per dar seguito alla risoluzione Onu del 1965. Infatti è da allora che le Isole Falkland dovrebbero sventolare bandiera argentina, ma i tragici avvenimenti accaduti nel 1982 con l'invasione dell'isola inglese da parte dei militari di Galtieri e Viola hanno di fatto reso quella risoluzione "carta morta". "Non si può addossare all’Argentina di oggi quel che è successo sotto le dittature militari", ha scritto Cristina Fernandez Kirchner nella sua lettera spedita al numero 10 di Downing Street, ribadendo il concetto al vertice tra Unione Europea e America Latina in corso a Madrid. "Il governo locale ha il diritto di sviluppare un’industria petrolifera nelle proprie acque e non esiste alcun dubbio sulla nostra sovranità riguardo alle Falkland e alle zone marittime circostanti". Insomma interessi economici, gli stessi che hanno convinto nel corso degli ultimi anni gli inglesi a tenersi strette le isole, attivando anche delle prospezioni petrolifere nelle acque dell’arcipelago. Ed è stata proprio esplicito interesse petrolifero degli inglesi a spingere il nuovo governo di Buenos Aires a riaprire il contenzioso, trovando l'appoggio di diversi Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. In prima fila anche Hillary Clinton, la quale lo scorso mese di marzo aveva offerto la mediazione statunitense per risolvere il conflitto relativo alla sovranità dell’arcipelago. Da allora, però, tutto tace; almeno fino a oggi.