Luci rosse e diritti

Siti hard vietati per sempre, la svolta per sentenza: cosa sta succedendo

Negli Stati Uniti, i giudici della Corte Suprema si trovano di fronte a un dilemma, tipicamente americano. Vogliono vietare l'accesso ai siti porno ai minori. Ma, al contempo, vogliono rispettare il primo emendamento della Costituzione, quello che sancisce e tutela la libertà d'espressione. In Texas, una legge - chiamata Hb 1181 e approvata nel 2023 - impone ai siti hard di richiedere un documento d'identità emesso dal governo. Il motivo? Verificare che gli utenti abbiamo almeno 18 anni. Come riporta Repubblica, i siti devono anche esporre un avviso in cui spiegano che il materiale pornografico “crea dipendenza, indebolisce le funzioni cerebrali” e può generare bassa autostima, citando condizioni non verificate dalla scienza.

Ma il mondo del porno è pronto a resistere. Pornhub, per esempio, ha scelto di non piegarsi, bloccando l’anno scorso l’accesso agli utenti texani. Ma alcuni hanno aggirato il divieto utilizzando reti private virtuali. Leggi simili sono state proposte anche in altri stati americani. E la ratio è sempre la stessa: vietare la possibilità che, attraverso gli smartphone, i minorenni - anche di 12 anni - come emerso da una ricerca, possano accedere facilmente a contenuti di “oscenità misogina” e video che esaltano stupri e violenze.

 

Poi c'è il tema della privacy. L’inserimento dei dati personali a contenuti così sensibili, secondo gli oppositori, può mettere gli utenti in condizione di venire ricattati e cadere nella rete di cyber criminali. Secondo il giudice conservatore Clarence Thomas andare su internet è molto diverso da entrare in uno store a luci rosse.