Non solo Gaza
In Medio Oriente rimane da completare l'opera per distruggere l'asse del male
La verità in Medio Oriente è un prisma senza un numero definito di facce, ha l’instabilità come precondizione e l’eccezione come regola. Figuriamoci se si parla di una trattativa con una banda di tagliagole nazi-islamici maestra nell’arte della dissimulazione (e nella comprensione dei tic mediatici occidentali) quale è Hamas.
Ergo: al momento sarebbe temerario ricavare una fotografia definitiva dell’accordo sulla tregua a Gaza e la restituzione dei purtroppo non molti ostaggi israeliani rimasti in vita annunciato da Donald Trump (la sostanza è tutta qui, nel chi prima ancora che nel cosa). Quindi sospendiamo il giudizio, e con esso la scrittura di questo pezzo?
No, perché lembi di verità si possono pur rintracciare. A partire da una conclamata connessione temporale: Hamas ha sistematicamente sabotato qualunque accordo possibile negli ultimi mesi, mentre questa volta è andata davvero a vedere le carte e addirittura a chiudere la mano (non la partita, quella rimane sempre la distruzione dello Stato d’Israele, come da statuto). Il cambio di postura avviene appunto a pochi giorni dall’insediamento ufficiale di Donald Trump, e il motivo sta in queste recenti parole del Potus in pectore: “Devono farlo. Se non lo fanno, ci saranno un sacco di guai là fuori, come non hanno mai visto prima” (...)
Clicca qui, registrati gratuitamente su Liberoquotidiano.it e leggi l'articolo integrale di Giovanni Sallusti