Natalità

Tinder di Stato e settimana corta per favorire sesso e gravidanze

Carlo Nicolato

Nascite in continuo calo, matrimoni sempre più rari e immigrazione al minimo indispensabile (per scelta): il Giappone corre ai ripari e lancia un nuovo piano demografico che include l’istituzione a livello locale di una specie di Tinder di Stato e la settimana lavorativa di quattro ore. Servirà a qualcosa? La domanda è lecita perché a quanto pare il problema di base è che le nuove generazioni di giapponesi in realtà sono sempre meno interessate al sesso.

Ma andiamo per gradi. Lo scorso anno nel Paese del Sol Levante si sono registrate 727.277 nascite, 43.482 in meno rispetto all'anno precedente, e si prevede che quest’anno la quota toccherà un nuovo minimo storico dal 1899, con meno di 700 mila nuovi nati. Il tasso di fertilità, che indica il numero di figli che una donna ha nel corso della sua vita, è sceso per l'ottavo anno consecutivo e ha toccato il minimo storico di 1,20. A Tokyo tale indice è sceso per la prima volta sotto l’unità, attestandosi allo 0,99. Con un certo amaro sarcasmo i media giapponesi sottolineano che i reparti di maternità di molti ospedali stanno chiudendo per mancanza di consegne, mentre le aziende che prima producevano pannolini per bambini, ora li producono per gli anziani.

 

MATRIMONI IN PICCHIATA

Ma c’è poco da ridere. Anche i matrimoni vanno tutt’altro che bene, il loro numero è sceso per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale sotto i 500mila. Le 474.717 unioni registrate nel 2023 rappresentano un calo del 6,0% rispetto all’anno precedente. E tutto ciò influisce drasticamente sulle nascite perché in Giappone sopravvive una forte avversione ad avere figli al di fuori del matrimonio.

A questo aggiungiamo che secondo un sondaggio di quest’anno della Japan Family Planning Association, quasi la metà delle coppie sposate sono per così dire “asessuate”, ovvero non hanno mai o quasi rapporti sessuali. Lo stesso sondaggio rivela che tra i non sposati di età compresa tra 18 e 34 anni, il 41,4% degli uomini e il 36,6% delle donne non ha mai avuto rapporti sessuali. Secondo un’altra statistica del Naikaku-fu (Cabinet Office agency) il 40% dei maschi di 20 anni non ha nemmeno mai avuto un appuntamento con una ragazza. Insomma è l’intera società nipponica che sta diventando asessuata e il risultato clamoroso è che avanti di questo passo i giapponesi rischiano di estinguersi.

Per far fronte alla catastrofe a Tokyo hanno attivato da settembre un app di appuntamenti simile a Tinder ma gestita dal governo locale. Si chiama Tokyo Enmusubi, termine che letteralmente significa “legare i destini” e indica una sorta di matchmaking romantico. Alcuni santuari shintoisti in tutto il Giappone sono noti come popolari “punti di potere enmusubi” per coppie e single che cercano una relazione romantica impegnata, quindi il nome del sistema conferisce un certo senso di sicurezza. Per aprire un account gli utenti devono prima superare un colloquio online condotto dai funzionari della capitale. In esso dovranno presentare una fotografia, un documento di identità, la busta paga con il reddito mensile, un certificato in cui si attesta di essere single, una lettera firmata in cui dichiarano la volontà di sposarsi e la quota biennale di 11mila yen, circa 70 euro. Sarà compito del sistema di intelligenza artificiale che è alla base dell’app abbinare le persone con un'alta probabilità di compatibilità in base ai risultati dei test sui loro valori personali. L’idea è quella di estendere Enmusubi oltre la capitale e arrivare a tutto l’arcipelago.

LAVORATORI SINGLE

Destinata all’intera nazione sarà invece l’altra misura, la settimana lavorativa di 4 giorni che sarà attiva a livello sperimentale da aprile del prossimo anno. “Dobbiamo rendere la cultura del lavoro più flessibile, garantendo alle madri che non debbano abbandonare la carriera a causa della cura dei figli”, ha affermato il governatore di Tokyo Yuriko Koike. La misura è già stata applicata in altri Paesi con risultati altalenanti, ma in Giappone l’obiettivo è anche quello di dare più tempo ai lavoratori single per trovare l’anima gemella e alle coppie per dedicarsi alla procreazione.

E’ una rivoluzione copernicana per un Paese famoso per il “karoshi”, cioè per la morte da superlavoro, o più semplicemente per quei lavoratori che di ritorno dall’ufficio a tarda ora in metropolitana nemmeno si reggono in piedi. L’idea è quella di trasformare la morte del karoshi in vita, amore, stimoli sessuali e tanti nuovi piccoli giapponesi. Tuttavia c’è anche chi all’interno del governo ha fatto presente che quelle ore saranno più che altro impiegate dai lavoratori per ammazzarsi di alcol, altro vecchio vizio degli impiegati giapponesi in libera uscita.